Recensione del romanzo intitolato "NON AVRAI ALTRA DONNA ALL' INFUORI DI ME" dell'autore ANTONIO CHIRICO



Descrizione libro:

1923. C’era stata l’esplosione di tre colpi di rivoltella alla chiusura della farmacia D’Andria. Il morto prima di perdere i sensi era riuscito a ripetere più volte: «i miei cugini mi hanno ucciso.» Venti minuti dopo si era proceduto a un arresto. Due contadini, infatti, si erano imbattuti in uno strano figuro, che procedeva strisciando lungo i muri delle case. Uno dei due era rimasto a sorvegliarlo, mentre l’altro era corso ad avvertire le forze dell’ordine. Quando un carabiniere era giunto sul posto aveva appurato che si trattava di una donna travestita da uom Il giudice istruttore Francesco Giove giunse a Torre Santa Susanna convinto che avrebbe sbrogliato facilmente la matassa. Non sapeva che ne sarebbe rimasto irresolubilmente imbrigliato.


Ringrazio l'autore per la copia digitale dell'opera.

Recensione:

Già soltanto il titolo in sé richiama il mistero e la perentoria immagine di una donna che vuole ed esige essere ricordata, essere al centro dell'attenzione come se non esistesse nessuna altra figura femminile al di fuori di lei.

Si prefigge quasi come un comandamento, anzi il comandamento per eccellenza, quell'impulsivo e macabro imperativo che aleggia sulla figura della donna, su Costanza Caramia, condannata e infatti accusata di aver ucciso volontariamente suo cugino.

Il giallo storico giudiziario basato su una storia vera, scritto con una penna superba e dallo stile semplice ma a volte anche ricercato, ha un focus narrativo molto ripetitivo, a mio avviso anche decisamente troppo, in cui si succedono le testimonianze di un innumerevole gruppo di persone, tutti abitanti a Torre Santa Susanna, luogo in cui è stato ucciso il dottor Caramia con tre colpi di rivoltella, probabilmente Mauser.

Per quanto riguarda il testo si tratta senz'ombra di dubbio di un romanzo corale, in cui gli interrogatori fatti dal giudice istruttore Francesco Giove sono ben scritti e curati a dovere, tant'è che grazie ad essi ci rendiamo conto da subito della caratterizzazione particolare e sublime dei personaggi, sia quelli che ritroveremo più avanti e sia quelli che compaiono una volta sola o due.

Si tratta perlopiù di persone comuni, umilissime e anche povere o comunque appartenenti ad un ceto sociale inferiore e non per niente si avrà a che fare anche con l'analfabetismo vero e proprio oltre che al dialetto stretto e all'arretratezza culturale elevatissima di un piccolo paese che vive di agricoltura e abitudini consolidate.

Per quanto riguarda la persona più umile di tutte, forse è paradossalmente il sindaco del paese, il signor Ignazio Sollazzi, si rivela infatti un uomo tranquillo e pacato oltre che, ovviamente, intelligente e civile.

È importante precisare che il libro è ambientato negli anni passati, per l'appunto nel 1923, anche se si inizia nel 1922 con l'ambientazione nei Bagni di Montecatini.

I punti di forza del romanzo sono l'originalità intrinseca nell'idea generale dell'opera, i riferimenti culturali e letterari a Dante quando si dice "Amor ch'a nullo amato amar perdona", quel senso di povertà che è insita nel romanzo verista e realista tipico del periodo di Verga e dei Malavoglia, inoltre è presente in tutta la parte drammatica anche il filone ironico piuttosto evidente.

I punti deboli invece sono determinati dalla ripetizione infinita delle stesse situazioni, anche spesso dalle medesime parole mentre in realtà si potevano utilizzare sinonimi a mio avviso per spiegare il tutto e rendere più fluida la narrazione.

Ad essere sincera ho trovato alcune parti tediose, ininfluenti ai fini di una buona narrazione e di una lettura godibile appieno ma la storia comunque sussiste e resta in piedi.

VOTO DEL ROMANZO: ⭐⭐⭐⭐






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