Recensione del romanzo intitolato "HELENA" dell'autrice Paulina Vieitez
DESCRIZIONE DEL ROMANZO
Un viaggio che ha cambiato la sua vita, un incontro che l’ha cambiata per sempre. All’auge della sua età matura, Helena Artigas cerca di realizzare il suo sogno più grande: conseguire un dottorato. Per farlo, deve viaggiare fino a Madrid per seguire l’ultimo semestre all’Università Complutense. A scapito delle resistenze da parte dei familiari, è decisa a riuscirci. Lungo il tragitto, gli oggetti più preziosi che possiede cadranno nelle mani di uno sconosciuto. Non può neanche immaginare che quel contrattempo sarà l’inizio di un viaggio non solo verso un altro paese, bensì anche nell’intimità e autenticità del suo essere e le sue brame.
Può darsi che il passato che si porta sulle spalle le sia di conforto; forse il futuro le si mostrerà favorevole… fino alla fine dei suoi giorni.
«Helena, una storia raccontata con l’h, la lettera muta, così come sono mute un’infinità di donne che tacciono le loro angosce e fanno loro colpe che non lo sono. Un romanzo tanto dolce quanto duro in cui l’illusione si scontra con la realtà, per poi concludersi in un modo insospettabile.»
-Ildefonso Falcones, autore del bestseller La cattedrale del mare
Può darsi che il passato che si porta sulle spalle le sia di conforto; forse il futuro le si mostrerà favorevole… fino alla fine dei suoi giorni.
«Helena, una storia raccontata con l’h, la lettera muta, così come sono mute un’infinità di donne che tacciono le loro angosce e fanno loro colpe che non lo sono. Un romanzo tanto dolce quanto duro in cui l’illusione si scontra con la realtà, per poi concludersi in un modo insospettabile.»
-Ildefonso Falcones, autore del bestseller La cattedrale del mare
RINGRAZIO LA CASA EDITRICE PER LA COPIA DIGITALE DELL'OPERA
RECENSIONE:
Non tutte le storie sono semplici, non tutti gli amori sono eterni o infallibili, non tutto ciò che è oro tende sempre, per forza, a luccicare e così Helena, la protagonista femminile del romanzo strepitoso di Paulina Vieitez, dovrà fare i conti con il presente, con il futuro e soprattutto con un passato che non sembra voglia lasciarla in pace nonostante faccia di tutto per scrollarselo di dosso.
Il protagonista maschile, Marc, ha tutta l'aria di essere un tizio sognatore e molto pensieroso, questa sua arte del saper raccontare le gesta di Helena, che in realtà per lui è una sconosciuta come per lei è sconosciuto il signor Marc, gli conferisce un'aria antica, retrò, molto classicista devo dire e allo stesso tempo è insito in lui il richiamo sessuale e l'istinto maschile nei confronti di una donna di cui non sa nulla se non per via della sua borsa e gli oggetti contenuti al suo interno.
Helena, da parte sua, è coraggiosa e vitale, non osa mettersi in disparte ma anzi sfida come una paladina della giustizia e una guerriera, suo marito Lucio che con lei è sempre dispotico e violento, tanto da considerare la moglie una poco di buono solo perché è partita per alcuni mesi in Spagna dal Messico, per studiare all'Università Complutense di Madrid e così finalmente coronare il suo sogno di prendere la laurea.
Marc ed Helena, all'interno dell'opera, assumono un atteggiamento di rivolta nei confronti della vita, in modi differenti ma anche molto simili e si rifanno alla resilienza e all'ardore, a quel volo pindarico che riesce a colmare ogni condanna esistenziale così come i vuoti dell'animo, tutto ciò che è famiglia ma che di famiglia ha ben poco, gli eccessi di Helena infatti sembrano così naturali perché è una donna che ha sofferto molto e continua a vivere nella speranza che suo marito non le faccia di nuovo del male, mentre Marc vive spesso nel ricordo di un matrimonio fallito e nella perdita prematura del suo figlioletto.
Questa serie di traumi lega in qualche modo i due sconosciuti fino a fonderli universalmente, fino a far sì che non siano più estranei l'uno all'altra nonostante in fin dei conti la conoscenza sarà minima e davvero fugace, ma all'apparenza e anche in sostanza, quel piccolo incontro e le email che i due si scambieranno per ritrovare le loro cose scambiate e fortunatamente non perdute, saranno il fulcro di tutto, la luce in un buio altrimenti abissale ed eterno.
Si tratta di un'unione concentrata sull'assenza, perciò potremmo dire che si tratta di una relazione paradossale e platonica, ma soprattutto Marc, tra i due, è innamorato di Helena, a tal punto da non considerare più ciò che li tiene lontani, il lavoro, la distanza che li separa fin dal principio.
Marc ed Helena sono personaggi contrastanti, il primo è oggettivamente solo e rappresenta però forse un marcato atteggiamento edonistico e erotico, mentre Helena rappresenta la battaglia e la famiglia seppure se ne sia distaccata quasi senza porsi alcun problema anche se in realtà, leggendo bene il romanzo, in seguito le sue diatribe personali con il suo stesso ego risaliranno in superficie come paturnie dell'essere umano cosciente e anche forse un tantino ansioso.
Helena ha anche dei figli, perciò lei è madre e donna, è guerriera e sa bene che l'affetto dei suoi figli le dà la forza di andare avanti nonostante sia combattiva fin da sempre, fin dalla nascita proprio come Elena di Troia, mito ellenico cui è sempre stata legata fin da piccola e cui sente di appartenere per vari aspetti.
Paulina Vieitez riesce a sorprendere il lettore fino all'ultima pagina, in un finale davvero sorprendente, portandoci in un cinema, in un teatro, in una giostra, in un labirinto della mente in cui l'uscita è complicata da trovare, ma ancora, ci conduce laddove i sentimenti non sono mai fini a sé stessi ma brillano, un po' stanno in penombra, un po' tanto si coprono di buio, perché noi lettori realizzassimo, solo in questo modo, il significato, da un lato del vero amore, e dall'altro del finto sentimento che spesso ci sembra oro colato.
Un'opera magica e magnifica dalle mille sfaccettature, consigliatissima ad un pubblico davvero ampio ed eterogeneo.
VOTO DEL LIBRO: 💫💫💫💫💫
Commenti
Posta un commento