Recensione del romanzo intitolato "Il lupo sotto la pelle", dell'autore Graziano Lonardi


Trama:

Le acque di Lake Heaven sembrano placide e paradisiache, ma qualcosa di arcano e antico ne increspa la superficie, un filo che lega luoghi e persone le cui traiettorie non sembrano combaciare. Un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico si ostina a mantenere il silenzio su una verità inenarrabile. Una coppia fugge dalla persecuzione dei fantasmi che la seguono da tempi immemori. Un’agente dell’FBI ripercorre le tracce del famelico serial killer che sta mietendo il terrore in una San Francisco tinta di un profondo rosso. Tutte le strade conducono a Lake Heaven, dove lupi si nascondono nell’ombra e un’oscura presenza attende nelle buie profondità del lago. Un thriller dalle pennellate horror, in cui passato e presente, normale e paranormale si intersecano, sulle rive di un lago che cela segreti e nuovi inizi.



Ringrazio l'autore per la copia digitale dell'opera.


Recensione:

Chiunque conosca Lovecraft, Edgar Allan Poe e Stephen King, sa bene quanto l'orrore e l'irrazionale vadano a braccetto nelle loro storie così macabre, popolate spesso da mostri di vario tipo, scenari sovrannaturali e figure da brivido.

Ebbene, Graziano Lonardi, con la sua opera "Il lupo sotto la pelle", scava ugualmente in quell'antro di paura e follia tipico delle storie dell'orrore, senza escludere il sentimento macabro e quell'emotività quasi euforica, adrenalinica e potente che permea la storia.

L'autore riesce a subentrare facilmente nella mente di noi lettori, ci accoglie e ci accompagna nel suo mondo e in quello dei protagonisti che non sono solo persone ma anche i luoghi del romanzo in quanto vivi, in quanto pericolosi e spesso così tanto macabri e concreti.

Se questo romanzo fosse un film, dico in partenza che non me lo perderei per niente al mondo, e già leggendolo si riesce a "fotografare" immagini su immagini penetranti l'animo umano, avvalendosi però di una disumanità tagliente e al contempo raffinata.

Leggere questo libro è come andare a cena con un cannibale, è paragonabile ad accettare un invito che condurrà dritti nella tana del... Lupo, ma riuscire comunque a esserne affascinati a tal punto da non voler smettere, da non voler cambiare pagina o destinazione.

Un libro che è un breve ma completo viaggio lungo le fragilità dell'essere umano, in effetti non riesco a considerare l'opera solo con un termine esplicito che sarebbe "horror", ma anche piuttosto avvalendomi di un'implicita definizione che in fondo è anche palese, ovvero quella del "romanzo psicologico".

Tutto ciò che accade all'interno dell'opera vive di forze oscure, si ciba di quella paura che è costante in noi e che spesso addirittura osa salvarci dalla stessa sorte angusta sì, ma a quale prezzo?

Un prezzo che sale e sale costantemente, così come il pathos, il fine terrore di essere preda o vittima, quella degenerazione mentale e fisica propria degli individui instabili che non hanno conosciuto mai il vero amore e forse sono pregni delle ombre, ombre e sciacalli che vivono sotto la loro pelle e, spesso, fanno del dolore la cura e al contempo la traumatica malattia.

Un romanzo che riesce a guardare al soggetto interiore, scava in quell'Io disagiato e con cura estrema restituisce al lettore il tanto amato brivido, servendo su un piatto d'argento, come si fa con un taglio di carne, l'espressione più vicina al tracollo emotivo e psicologico, un decadimento che definirei quasi tristemente romantico/struggente, come d'amore tossico e malato che pregusta, ma senza mai gustare appieno, il senso vero della libertà.

Voto del romanzo: ⭐⭐⭐⭐⭐





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