Recensione del romanzo dell'autrice Tina Caramanico intitolato "IL FUOCO"

 


Scheda tecnica del libro:

IL FUOCO

Titolo: IL FUOCO
Autore: Tina Caramanico
Collana: Narrativa
Caratteristiche: 14x21
ISBN: 978-88-6771-963-1
Pagine: 208
Prezzo: 13,00
Edizione: aprile 2024

Trama:

Agli inizi del ‘500, in Val Camonica, Lucina Picenni, una vecchia guaritrice, viene 
processata come strega e mandata a morire sul rogo. Ma chi è davvero Lucina? Dopo la 
morte della condannata don Lazzaro, il curato, cerca di scoprire di quali delitti si sia 
davvero macchiata e di quali malvagità e violenze sia stata invece vittima, ma le sue 
domande ben presto irritano la gente del paese, che teme vengano alla luce i peccati di 
tutti. Quando anche Fiorella, la giovane serva di Lucina, vittima di false accuse di chi 
cerca solo di difendere sé stesso, rischia di essere processata dall’Inquisitore, don Lazzaro ha finalmente il coraggio di opporsi, sostenuto dalla fragile speranza nella pietà, sempre
misteriosa, del suo Dio.


Biografia dell'autrice:

Tina Caramanico vive in provincia di Milano, ha due figlie, una laurea in Lettere, e
insegna Italiano e Storia nelle scuole superiori. Ha pubblicato alcune raccolte di racconti,
poesie, e tre romanzi brevi: Un cattivo esempio, vincitore del concorso Romanzi in cerca
d’autore 2017, a cura di Mondadori e Kobo; Il prete nuovo, Vocifuoriscena, 2019; Come
sovvertire l’ordine costituito, trovare l’amore e vivere felici, uscito su Wattpad e vincitore
dei Watty’s Awards 2019, poi pubblicato in self-publishing nel 2020.


Ringrazio l'ufficio stampa "LCS Ufficio Stampa" e la casa editrice "Il Ciliegio Edizioni", per la copia digitale dell'opera.


Recensione:

Il male è un tema così comune e ricorrente nella cinematografia così come nella letteratura, nella poesia e in tante altre arti... eppure non smette mai di fare parlare di sé in molteplici forme e in modo spesso suadente, riesce cioè a coinvolgere il lettore come se fosse la sua prima entrata in scena in assoluto.

Secondo il grande poeta francese Baudelaire,
"La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste".

Queste sue parole così attuali ben si sposano sicuramente con la narrazione e la centralità del romanzo intitolato "Il fuoco", scritto dalla talentuosa Tina Caramanico, un libro in cui vige in assoluto il tema del pregiudizio sulle donne condannate di stregoneria a prescindere dalla loro scelta di prostrarsi o meno al Maligno.

Nell'opera, che ho letto con molta attenzione e cura, il protagonista principale maschile è Don Lazzaro che, a mio avviso, si contende però il titolo con l'avversario tanto temuto, ovvero con il Demonio in persona che però non agirà mai mostrando il suo vero volto o parlando per bocca di un posseduto.

No, niente del genere, poiché il libro non è un horror né un thriller, è bensì un romanzo storico originale che traccia e delinea, con sapienza e incredibile destrezza, un quadro generale in cui si và a individuare il Male che si annida, a mio parere, perfino nel curato stesso.

Se da un lato possiamo provare una certa compassione per Don Lazzaro mista, talvolta, a incresciosa rabbia, dall'altra non è possibile non provare indignazione per l'ignoranza e la misoginia dimostrata dagli Inquisitori.

Certo, è da considerare anche il periodo in cui è ambientato il romanzo, ovvero il 1500, ma questo non dovrebbe essere motivo di giustificazioni in quanto è vero comunque che le donne vengono processate da sempre anche per semplici nefandezze e per il gusto macabro di vederle sofferenti.

La figura femminile che desta maggior curiosità è sicuramente quella di Lucina Picenni, accusata di essere una strega e per questo motivo processata, torturata e uccisa barbaramente.

Il libro è un saliscendi di emozioni contrastanti che riescono in modo esemplare a coinvolgere il lettore, lo invogliano infatti a leggere pagina dopo pagina. 

È un'opera pregna di significato e i luoghi, così come le sensazioni provate dai personaggi principali e non, sono sempre descritti in maniera minuziosa. 

Si tratta, inoltre, di un romanzo molto intenso, interessante sia dal punto di vista "folkloristico" e leggendario, che dal punto di vista semantico e stilistico.

Una storia che insegna, attraverso lo sguardo compassionevole di un uomo di fede che risulta inoltre non essere, forse, esente totalmente dal peccato, a non giudicare dalle apparenze, a non vedere solo il male laddove sembrerebbe che attecchisca maggiormente solo per sentito dire e anche, al contrario, a non fidarsi ciecamente di chiunque si professi perfetto e saccente.

In fondo, la superbia è caratteristica del male supremo e così anche la violenza e la maldicenza, l'inganno e la condanna ingiustificata, perciò solo Dio può emettere sentenza e, sempre col suo potere, salvare o condannare.


Voto del romanzo: 💫💫💫💫💫





















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