1) È un onore averti qui! Posso chiederti a che età ti sei approcciato al mondo letterario e cosa ti ha spinto a farlo?
Mai avrei pensato di scrivere un libro, il mio primo è nato per caso, quando, oramai sulla cinquantina, per diletto ho scritto dei raccontini ispirati alle stranezze di alcune persone che conoscevo. Li ho inviati a cinque o sei editori, sono piaciuti ed è stato così pubblicato Orazio & Company, indirizzato ad un pubblico di ragazzi. I libri successivi li ho scritti perché quando inizi a scrivere non riesci più a fermarti.
2) Se dovessi descrivere il primo libro che hai scritto con un aggettivo solo o comunque in poche parole, quali sarebbero?
Lo definirei un libro ironico, surreale, un po’ pazzo, dove palese è la satira ai tanti aspetti della nostra società e della nostra vita quotidiana.
3) Ti piace leggere più generi letterari oppure preferisci focalizzare l’attenzione solo su di uno in particolare? C’è inoltre, un genere che senti più tuo in assoluto?
La narrativa gialla è il genere che prediligo e in particolar modo quella di tipo classico, dove l’indagine è l’asse portante del racconto. C’è un delitto da risolvere e c’è un investigatore, spesso privato o dilettante, che cerca di capire le motivazioni di quanto è successo e che alla fine scopre il colpevole analizzando anche i più piccoli indizi.
4) Se dovessi dirmi il tuo scrittore preferito, chi sarebbe?
Non ho uno scrittore preferito, anche se in passato ho molto apprezzato i romanzi di Michael Cricthon e, per stare nell’ambito dei mostri sacri della letteratura gialla, Agatha Christie. Per quanto riguarda autori italiani contemporanei, me ne piacciono molti, soprattutto Antonio Manzini, che con Rocco Schiavone ha saputo creare un personaggio un po’ fuori dai soliti schemi. Chiaramente non disdegno i libri di autori emergenti, tra i quali ho scoperto scrittori di vero talento.
5) Ti piace solo la prosa oppure ti identifichi anche nei versi?
La poesia non esercita su di me una grande attrazione, forse perché è un genere espressivo che non rientra nelle mie corde, anche se spesso, in poche righe, può offrire più argomenti di riflessione di un intero romanzo.
6) C’è un poeta o una poetessa moderno/a che secondo te merita assolutamente di essere letto/a e se sì, per quale motivo?
Forse, perché definita la poetessa dei Navigli, i canali di Milano a cui mi sento molto legato, Alda Merini mi è sempre piaciuta.
Alda Merini, che ha avuto una vita difficile in un periodo in cui la società non accettava chi si differenziava dalla morale comune, ci fa sentire il dolore, l’amore e la sofferenza, lasciando però spazio alla speranza. La sua poesia, molto spontanea, ha una forza e una bellezza uniche.
7) Il libro che ho letto e recensito, “Delitti ai Navigli di Milano”, è ambientato in un’epoca ormai lontana da noi, ovvero il 1928. Ci sono elementi di quel tempo che secondo te si relazionano comunque bene con la società odierna oppure no?
Sicuramente sì. Ci sono aspetti che possono essere definiti endemici e che attraversano ogni epoca, li trovavamo cent’anni fa e li troviamo tuttora.
In Delitti ai Navigli di Milano, allora come oggi, emergono aspetti come la perdita dei valori, la ahimè spesso frequente emarginazione di chi non è allineato al sistema, la delinquenza, sintomo di un malessere profondo nato in seno a una società che noi consideriamo progredita, la connivenza tra potere politico, economia e malavita organizzata.
8) Secondo te, in un buon giallo cosa non deve mai mancare e perché?
Un giallo può essere un romanzo di puro intrattenimento, oppure affrontare anche determinati aspetti, soprattutto sociali. Io personalmente penso che questa seconda categoria oggi sia sempre da tenere presente. Nei miei romanzi cerco di caratterizzare bene i personaggi e inserire argomenti che facciano riflettere sull’attualità, la politica e la società nel suo insieme.
9) Che cosa significa per te scrivere?
Nel tempo libero cerco di dedicarmi a quelli che sono i miei interessi e mi ritaglio sempre un po’ di spazio per la scrittura. Penso di avere parecchie idee e i miei libri sono diventati lo strumento per metterle nero su bianco, vedo che la cosa mi dà piacere e soddisfazione.
10) Veniamo all’ultima domanda… Puoi parlarci, se vuoi, dei tuoi progetti futuri?
Certo. Attualmente sto organizzando la promozione del mio ultimo libro e ho già in programma per l’autunno delle presentazioni a Milano e in alcune province lombarde.
Per quanto riguarda la scrittura, ho in mente una nuova trama che vede il ritorno dei personaggi di “Misteriosi delitti all’Isola di Milano”, ma di questa se ne riparlerà dopo le vacanze estive.
Segnalo poi che in autunno uscirà “MILANO è – Città di quartieri”, una nuova antologia pubblicata da Neos Edizioni, in cui sarà presente un mio racconto dedicato a Crescenzago, il quartiere in cui vivo.
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