Recensione del romanzo intitolato "L'INDIANO PADANO" dell'autore MASSIMO BELLINI




Agli occhi di un sognatore, anche un tranquillo paesino di campagna può diventare una prigione da cui voler scappare. Lillo è un bel ragazzo allegro e solare dagli occhi verdi e penetranti: così lo descrive il suo vicino di casa e amico d’infanzia. Attraverso parole ricolme d’affetto, l’autore racconta le avventure, i giochi e gli scherzi di quel giovane talmente selvaggio da essersi guadagnato il soprannome di “Indiano padano”.
Ma dietro l'apparente forza di volontà di Lillo è nascosto il dolore di non sentirsi accettato nemmeno dalla propria famiglia. La ricerca di una via di fuga alimenta in lui un dubbio atroce: quanto assomiglia a suo padre?
Solo trovando risposta a questa domanda riuscirà a raggiungere la tranquillità che cerca.

Titolo: L’indiano padano

Autore: Massimo Bellini

Pagine: 136

Genere: narrativa italiana, ambientato negli anni ‘70 e ’80

Link per l’acquisto:
 https://www.amazon.it/Lindiano-padano-Massimo-Bellini/dp/B0C878641Z


L’autore:

Sono Massimo Bellini, nato e cresciuto a Navicello, nella campagna vicino a Modena. Amo ballare funk, ascoltare rock progressive e leggere. Dopo gli studi, ho frequentato l’Accademia di musica moderna a Modena, conseguendo un diploma in chitarra, più un anno di specializzazione in Blues. Fin da giovane ho sentito il bisogno di mettere su carta quello che pensavo privatamente con brevi riflessioni, tentativi maldestri di poesie, piccoli racconti e alcune canzoni. Verso i vent’anni, grazie a un’amica carissima, ho scoperto la lettura. “Qualcuno volò sul nido del cuculo” fu una rivelazione, da quel giorno l’orizzonte si aprì di molti gradi.
Per lavoro ho viaggiato molto nel mondo, scoprendo quello che a casa nessuno mi avrebbe potuto insegnare. Dal 2018 non viaggio più. Nel marzo 2020 durante la pandemia, mi è balenata l’idea di scrivere un racconto che non fosse di sole due pagine.
Catapultato nello strano mondo delle parole, ho scritto la storia di un’amicizia.


Ringrazio l'ufficio stampa per la copia digitale dell'opera.


Recensione:

Una storia che fa riflettere e che incuriosisce fin dalle prime pagine, in cui il protagonista, Lillo, ci viene presentato pian piano senza alcuna fretta nonostante il libro sia breve e forse proprio qui è racchiuso il dono dell'autore che sa parlare al lettore essendo ermetico ma non per questo carente di dettagli minuziosi lungo tutta la storia che tratta argomenti di vario genere tutti di importanza fondamentale.

Conosciamo bene i pensieri dell'amico di infanzia di Lillo, che viaggiano a vele spiegate mosse da un vento impetuoso ma decisamente meno ribelle di quanto non sia la tempesta insita in Lillo, che fin da bambino dimostra energia e tenacia davvero invidiabili.

Una storia che racconta il dolore di un ragazzino che cresce senza una figura paterna sana e stabile in quanto suo papà Olderico è spesso violento nei confronti della moglie Atena e il più delle volte trascorre gran parte del suo tempo tra i fiumi dell'alcool, dimenticando di occuparsi dei suoi figli (Lillo ha un fratello maggiore di cinque anni di nome Elia), e dei suoi doveri di capofamiglia.

Ma è anche una storia di forza, di coraggio, di resilienza e vitalità in quanto Lillo riesce sempre a sorprendere i lettori e quando meno lo immaginano, ecco che il ragazzino grazie alla sua tempra, capovolge situazioni e a volte è anche piuttosto selvaggio e avventuroso, tanto da meritarsi l'appellativo di Indiano Padano, come il titolo del romanzo.

Un romanzo intraprendente che commuove e regala momenti di vera magia e anche dolce malinconia per gli anni in cui forse, anzi indubbiamente, l'Italia era un Paese che si accontentava di poco e con quel poco viveva decisamente meglio, senza pretese di alcun tipo, un Paese in cui lavoro e industrializzazione andavano di pari passo con la vita serena dei cittadini e questo aspetto è fondamentale e viene più volte sottolineato all'interno della storia.

Una storia indimenticabile che ci racconta e ci presenta, con estrema umiltà e sincerità, un'amicizia vera e duratura, con i suoi chiaroscuri e i suoi alti e bassi, coinvolgendo animatamente il lettore che si affeziona ai personaggi e io personalmente ho visto Lillo come un ragazzino tutto pepe ma anche come un filosofo poeta che decanta in versi la vita travagliata e i timori che ne conseguono.

Ho letto con vero entusiasmo il romanzo in una sola sera, in poche ore, in quanto non è solo scorrevole ma anche ricchissimo di immagini evocative e di una bellezza formativa che non può e non deve passare inosservata.


Estratto:

" Nel frattempo Atena pregava tenendosi stretto il figlio dentro di lei che, accortosi del trambusto, voleva a tutti i costi uscire a dare un'occhiata e aveva cominciato a prenderla a calci. Il camionista intanto continuava a cantare quella stupida canzoncina che li accompagnò fino all'ospedale." 


VOTO DEL LIBRO: 💫💫💫💫💫


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