Recensione al libro intitolato "Ho ancora gli occhi da cerbiatto" dell'autore SALVATORE CLAUDIO D'AMBROSIO



Sinossi:

Non è una storia facile da leggere, piacevole, edulcorata, ma è una storia vera. La mia storia. E se ho deciso di raccontarla è per due motivi: perché le storie vanno raccontate, e perché questa possa dare un barlume di speranza a qualcuno che magari pensa di aver toccato il fondo. È la storia di un sopravvissuto, che però non hai mai smesso di sperare che le cose potessero migliorare.


Ringrazio l'autore per la copia digitale dell'opera.


Recensione:

Una piccola, grande opera. Una storia vera, quella dell'autore che mette a nudo la sua anima e riesce a entrare nel cuore del lettore in modo semplice, efficace, intuitivo e sensibile.
Un percorso intimo e narrato con estrema delicatezza, una sorta di viaggio che parte dal malessere, dal Calvario vero e proprio del protagonista, sia diretto sia indiretto, e sfocia pian piano nella forza intrinseca che ci permette di superare crisi, malattie e momenti difficilissimi: la resilienza.

Salvatore Claudio D'Ambrosio è come una sorta di Gesù che deve sopportare il peso di una croce troppo grande, deve crescere in fretta, deve sentire l'oppressione dei suoi genitori adottivi, dell'ansia che è forse sempre il demone più orrendo di tutti, del mondo che vuole azzannarlo con denti famelici.

D'Ambrosio dimostra di essere un uomo vero, mette in evidenza il dolore che ha passato fin da molto giovane, i dolori che lo hanno colpito, per tracciare poi un percorso di rinascita evolutiva, in una storia vera di formazione emotiva e psicologica che colpisce tantissimo.

Uno spaccato di vita quotidiana che non capita a tutti e che molto probabilmente fa riflettere anche per questo motivo.
Ciò che colpisce tanto, a mio avviso, è la forza innata dell'autore che non si abbatte mai e qualora dovesse perdere la fiducia nel mondo o stare davvero male, non perde però mai la speranza.

La speranza è infatti sicuramente ciò su cui ruota tutta l'opera, ciò che insegna a sopportare e apprezzare in tutti i sensi e in ogni modo la vita.

Siamo di fronte a una piccola grande gioia, un libro da custodire, da regalarsi e regalare.

Una storia che  in un certo senso analizza la mente umana, il corpo, la malattia fisica e i disagi dello spirito, in grandi vedute ma con tanta semplicità.

Un libro che regala il soffio vitale, che dona armonia ed insegna che spesso coloro che si sentono "ultimi", diventeranno poi "primi", perché la ruota gira sempre per tutti e il karma, Dio o il destino, non dimentica e non abbandona mai.

Un autore di straordinaria eleganza e raffinatezza, umiltà e intelligenza assolute, che ci prende per mano e ci conduce, in punta di piedi, in modo pacato e deciso, nella sua vita spalancando la porta della speranza.


Estratto:

"Sviluppai via via una forte forma di timidezza, che mi creò anche non pochi problemi con mio padre, che si convinse anche di avere un figlio incapace di parlare, laddove semplicemente uno è restio a parlare per una miriade di motivi, fosse anche per il semplice fatto di non riempire i silenzi di ovvietà e stupidità." 




VOTO DEL LIBRO: ⭐⭐⭐⭐⭐




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