Recensione al libro intitolato "FABRIZIO DE ANDRÉ, I CANTAUTORI E LA SARDEGNA" dell'autore DANIELE MADAU






Ringrazio la casa editrice per la copia digitale dell'opera.


Recensione:


Si tratta di un saggio in cui l'autore riesce perfettamente a colpire l'animo del lettore, riuscendo a incastrare il concetto di musica sarda con quello di musica italiana, cultura e anche poesia internazionale.

Un'opera che mette in risalto la bellezza della Sardegna, un'isola che ha un potenziale generico e musicale talmente alto da contare moltissimi artisti sia sardi che non, i quali hanno da sempre instaurato legami professionali con altrettanti artisti, creando così note e canzoni magiche, ancestrali, pregne di valore.

È doveroso citare, come ha fatto l'autore stesso, Grazia Deledda e Maria Carta, rispettivamente i capisaldi della letteratura e della musica sarda che hanno ottenuto riconoscimenti importantissimi raggiungendo il mondo intero e che non verranno mai dimenticate.

Donne di altre epoche, che hanno testimoniato il valore intrinseco della parola, dall'animo forte ma a tratti spesso anche fragile giustamente, perché non è mai sinonimo di debolezza bensì di sensibilità verso tutto ciò che è mondo e arte e anche musica, poesia, prosa...

Daniele Madau ci prende per mano accompagnandoci in un percorso che affascina moltissimo, ci racconta i tratti salienti della Sardegna musicale introducendo curiosità e aneddoti che personalmente non  conoscevo, perciò leggere questo saggio mi ha avvicinato maggiormente a quella che è la tradizione della mia terra.

Un viaggio intenso alla scoperta della storia della musica sarda e i suoi principali esponenti che hanno raggiunto un pubblico molto ampio e vasto: pensiamo a Paolo Fresu e Maria Giovanna Cherchi, oppure pensiamo a coloro che ormai sono quasi da considerare sardi a tutti gli effetti... ad esempio Elio (e le storie tese), Luciano Ligabue, Fabrizio de André (il protagonista assoluto su cui ruota tutto il saggio), inoltre si citano artisti modernissimi  come Bianca Atzei, Marco Carta e Valerio Scanu... insomma, si celebra la liturgia della parola in musica a 360 gradi, con personaggi sardi, personaggi che hanno collaborato e tutt'ora collaborano con artisti sardi e artisti che hanno, come Fabrizio de André, portato la Sardegna oltre i confini del territorio stesso isolano.

Ciò che insegna questo bellissimo saggio è la rivendicazione dei diritti di un popolo che spesso è stato declassato e messo a tacere, una terra che sa offrire tanto e che spesso, nonostante i nomi illustri, non viene ascoltata come meriterebbe.

All'interno dell'opera sono presenti alcune interviste a personaggi che hanno fatto della rivoluzione musicale (in senso positivo), il loro punto di forza, che non hanno paura di dire ciò che pensano e che, come hanno fatto gli autori sardi Emilio Lussu e Gavino Ledda, continuano a tracciare un percorso significativo lungo quel sentiero che porta all'alveare in cui risiede il nettare della vita, vita che è musica, che è unione di popoli e nazioni, che deve fondarsi sul cosmopolitismo per non omologarsi e non cadere nel commercialismo e nella finzione.

Fabrizio De André è l'esempio lampante di come dovrebbe essere un vero artista e se la Sardegna a oggi riesce a vantare un numero di collaborazioni elevato con tanti artisti peninsulari, è soprattutto merito suo. 

Ha aperto la porta, ha lasciato che il pregiudizio e il dolore si sciogliessero già prima che potessero innescare il veleno della vendetta e del rancore, ha saputo, con estrema facilità ma con cura, cogliere tutto il buono della Sardegna, innamorandosi di questa terra così profumata, una terra che spesso ricorda Atlantide nel suo mistero incredibile e nella sua bellezza incantevole.



Un saggio incredibile, scorrevole, scritto in maniera semplice ma ricercata e dai dettagli raffinati.
Un inno alla musica e non solo, infatti all'interno dell'opera è presente la tematica militaristica ovviamente sempre attinente al contesto culturale. 

Un'opera intelligente e ricca di contenuti che attinge sporadicamente, laddove è necessario, alla teologia per spiegare meglio alcuni concetti, così come si utilizzano termini latini o ancora inglesi per evidenziare importanti dettagli e dare sicuramente al saggio un'impronta decisamente fine, di grande impatto e matura.



Voto del libro: ⭐⭐⭐⭐⭐


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