Intervista fatta al Cantafavole e artista poliedrico GIANLUCA LALLI dalla book blogger ROBERTA CANU
Intanto benvenuto e grazie per il suo tempo prezioso. Le dico fin da subito che ciò di cui si occupa, il modo in cui interagisce soprattutto con i bambini, le fa davvero onore. Detto questo, le porgo la prima domanda che è la seguente: qual è la favola di Gianni Rodari a cui era più legato in assoluto da piccolo e perché?
Grazie a te per l'invito, ti rispondo dicendoti che le favole di Rodari sono tutte significative, l'autore è stato molto prolifico nella sua carriera e quindi ci ha regalato tantissimi spunti interessanti per riflettere.
Se devo sceglierne una, scelgo, la strada che non andava in nessun posto, perché è un po' la metafora della mia vita, quella di attraversare sentieri che nessuno o quasi nessuno ha mai percorso prima,
consapevole di tutti i rischi che ci sono nel bosco della vita
ma deciso a sperimentare nuove strade e nuovi mondi.
Mi è capitato, imbattendomi in varie interviste che lei ha rilasciato, di aver letto che suona, oltre alla chitarra, anche l'ukulele. Quali sono le differenze a livello diciamo "interpretativo" nell'utilizzo di uno strumento e dell'altro ai fini del suo lavoro?
Io sono autodidatta con la chitarra, non sono neppure un gran chitarrista la uso per comporre, è uno strumento che uso per la mia creatività, , mentre l'ukulele è soltanto un divertimento, che raramente porto in pubblico, però è uno strumento esotico e simpatico soprattutto per la visione dei bambini
Lei è un'artista a tutto tondo. Scrittore, poeta, cantautore, regista, docente, ma soprattutto cantafavole da più di dieci anni, con il suo laboratorio chiamato appunto "Cantafavole". Come è nato il suo progetto?
Il mio progetto IL CANTAFAVOLE
é nato da un'idea, cioé quella di veicolare il verbo di RODARI attraverso la musica.
La
sperimentazione è avvenuta nelle scuole primarie di Cava dei Tirreni, circa 15 anni fa,
dove ho trovato un ambiente favorevole, a partire dalla dirigente fino ai docenti, propensi e aperti
verso nuove idee e verso nuove modalità artistiche.
Ho ascoltato alcune tracce dell'album intitolato "Letteratura in musica", la sua voce è limpida e i testi molto originali. Complimentandomi con lei, vorrei soffermarmi sulla traccia intitolata "Son donna di avere", e il riferimento va ad Alda Merini, ma anche al tema della vita, all'amore e alle rose. Secondo lei, nella società odierna, qual è l'errore più grave che continua a commettere l'uomo nei confronti della donna?
Letteratura in musica é il mio quinto disco, è stato candidato quest'anno alle targhe Tenco, ed è una cosa molto importante per me perché sicuramente non è un disco commerciale o di genere pop.
Anche questo progetto nasce con l'intento di avvicinare le nuove generazioni alla letteratura attraverso la musica.
È una rilettura della storia attraverso le storie, raccontate da i grandi letterati occidentali, a partire dall'età classica, con Omero, fino ad arrivare ai poeti del Novecento, appunto come Alda Merini.
Quella poesia di Alda é restata inedita fino a qualche anno fa, e racconta di un amore puro verso il suo uomo, un amore arcaico, di cui lei vuole prendersi cura attraverso i sentimenti e attraverso le erbe spontanee .
Per quanto riguarda la condizione della donna io , sto presentando da diversi anni nei vari teatri italiani e nelle scuole,uno spettacolo che si chiama: Lisistrata e le altre, che prende spunto dalla commedia di Aristofane, lo spettacolo affronta a livello poetico e canoro, le varie discriminazioni subite dalle donne nei secoli. Considera che questo progetto è nato una decina di anni fa, proprio perché un giorno, ho ascoltato il telegiornale, in cui si denunciava un fatto, cioè che c'erano stati 117 femminicidi in un mese.
Questo vuol dire che la nostra società, malgrado si spacci per democratica, in realtà è una società ancora razzista misogina e violenta.
Nell'album "Favole al telefono", creato in onore del centenario della nascita del pedagogista e autore di favole Rodari, è presente una traccia che mi ha ricordato molto la mia infanzia. Sto parlando de: "Il topo che mangiava i gatti". Trapela l'amore per i libri, per lo studio e per la fantasia sfrenata. In più da amante dei gatti ho apprezzato molto i protagonisti. Lei è amante della natura ed è molto sensibile, e vorrei chiederle a tal proposito: ci sono degli animali che per un Cantafavole sono per così dire 'sacri'? E se sì, perché?
Per quanto riguarda la favola, il topo che mangiava i gatti e un invito allo studio, perché come diceva il maestro Rodari:
"Vorrei che tutti leggessero, non perché siano dei letterati, ma perché nessuno sia più schiavo."
Però allo stesso tempo la favola è anche un avvertimento, che le lauree non danno la Sapienza, e questo lo sanno bene le scuole di estrazione libertaria che si rifanno al modello Montessoriano o Steineriano, in cui la teoria dei libri, si fonde in modo equilibrato con la pratica.
Per quanto riguarda la sacralità degli animali, sono stato vegetariano per vent'anni, poi per questioni di salute ho dovuto sospendere,
Ma credo che tutto ciò che ci circonda sia sacro soprattutto gli alberi da cui dipendo e da cui provengo.
Ho scritto una canzone su questa tematica che inclusa nel disco "Metropolis"
Si chiama l'uomo la pecora e il lupo, e potrebbe essere tranquillamente scambiata per una favola di Esopo.
A me personalmente tutto il suo lavoro e ciò che fa anche per gli anziani e i malati di Alzheimer sembra un dono del cielo, è raro trovare qualcuno che oggigiorno in una società così materialista e egocentrica, razionale, e talvolta sgarbata, si prodighi in questo modo. A tal proposito le chiedo: quando canta assieme agli anziani che stanno purtroppo poco bene, prova un senso di libertà?
Sono d'accordo con lei che la società di oggi è una società soprattutto razionale, e quindi materialista e soprattutto conformista
Il progetto con i malati di Alzheimer si chiama:
La musica dei ricordi,
vedere i nonnini suonare uno strumento, ballare o commuoversi cantando una canzone
che la loro mente e il loro cuore non ha cancellato è veramente commovente
purtroppo c'è poca libertà in quelle situazioni
e più in generale anche nella società chiamata "Sana" si ha paura della libertà, perché non l'abbiamo mai vissuta
immaginiamo soltanto come sia, ma in realtà ne sappiamo troppo poco.
Si è mai ispirato all'autore Luis Sepúlveda? I vostri mondi non mi sembrano lontani, ecco perché glielo chiedo.
Ho letto di recente la sua biografia.
Sepúlveda è stato un grande attivista, un grande poeta, un grande scrittore e un grande uomo.
Una volta ho musicato: "La gabbianella e il gatto, per un progetto
di Eko favole in una scuola.
Sicuramente io non ho il suo temperamento, il suo coraggio, né il suo talento.
Però quello che posso fare, è prendere spunto dalla sua vita e dalle sue opere, così come ho fatto anche con George Orwell e con Garcia Lorca.
8. Ultima domanda: Può parlarci
brevemente di qualche suo progetto futuro? Siamo molto curiosi!
Io ho sempre un mucchio di cose per la testa, ma in questo momento mi godo il mio ultimo lavoro, che mi ha tenuto impegnato in studio due anni, sto parlando di
Letteratura in Musica e lo divulgo in giro per il mondo.
Nel mio futuro benché il mondo tenta di stritolarci ogni giorno di più, sento musica, vedo fiori, poesie soffiate dal vento tra le fronde degli alberi, odo gente che sorride, bambini che corrono e si sporcano di fango fino al collo,
persone prive di aggeggi tecnologici,
sento lo scrosciare di abbondanti piogge
e sento dentro Me, il calore di splendidi soli.
O magari tutto questo é soltanto una visione, e solamente una nuova canzone.
L'intervista termina qui, grazie ancora a Gianluca Lalli e complimenti per il suo lavoro.
Auguri per i successi futuri.
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