Recensione del romanzo intitolato "COME TRENI ALLA STAZIONE" dell'autrice MANUELA A. DE QUARTO



Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea dell'opera.


RECENSIONE



Oggi voglio parlarvi di un romanzo incantevole e di una delicatezza incredibile, una storia che colpisce fin dalle prime pagine e rimane incollata all'anima e alla pelle come un tatuaggio ben definito, indimenticabile.

La storia è ambientata a Casteddu, in Sicilia, nel marzo del 1978. 
Nonostante sia marzo il caldo è insopportabile e Assunta, una bambina di appena dieci anni che però viene chiamata da tutti, compresi i genitori, Titì, viene scelta per interpretare la Vergine Maria nel giorno della processione del paese in occasione della festa di San Giuseppe.

Già dal Prologo il lettore viene attratto dalla figura enigmatica e curiosa, nonché misteriosa di un uomo che assomiglia in tutto e per tutto ad un vagabondo e che raccoglie cianfrusaglie che a lui interessano ai fini di poter vivere in modo più dignitoso. 

Vi chiederete cosa c'entra questo uomo dai lunghi capelli chiari e gli occhi azzurro cielo con la storia di Assunta. 

Bene, dovete sapere che Joseph, questo il nome che Titì darà al suo nuovo 'amico' molto più grande di lei di età, interverrà nella vita della bambina in mille modi, spesso addirittura involontariamente a mio avviso. 

Ci sono legami che nessuno può capire talvolta, neppure noi stessi, e chissà che le anime di Assunta e Joseph non siano in qualche modo legate da un qualcosa di vitale e magico... 

L'incontro tra i due avverrà in maniera molto sorprendente e bizzarra ma assicura la bellezza del romanzo. 

Joseph vede Titì che rappresenterà come già detto in precedenza la Madonna, dovrà essere lei tra qualche giorno, e l'uomo che nel capitolo intitolato appunto "La miracolosa apparizione", si rende conto della bellezza che emana la bambina vestita come Maria e chiede proprio alla stessa ragazzina di essere aiutato, rivolgendosi a lei come se vedesse sul serio la Madonna.

Titì rimarrà spiazzata, ma i sentimenti e le emozioni che inizierà a provare, in questo bellissimo romanzo di formazione così conflittuale e tragico sotto vari punti di vista, saranno molto disparate, riuscirà infatti ad essere gioiosa e anche arrabbiata, triste e bambina ma anche adulta e felice, malinconica e devota, reticente ma sempre umile e molto intelligente, con uno spiccato senso verso la maturità dell'animo umano e animale, ma anche di altri esseri viventi come ad esempio le coccinelle. 

Infatti Titì è sensibile e buona, nonostante in realtà lei non voglia ricoprire affatto il ruolo importante di Maria e si senta cattiva per ciò che nasconde ai suoi genitori: si vede di nascosto con Joseph ma il loro è un rapporto pulito e quasi impalpabile, evanescente e bellissimo, e con lui ammira la bellezza della semplicità, quei treni che assomigliano tanto alle balene, con quei suoni tanto coinvolgenti e preziosi, un oceano astratto in cui attendere il proprio turno, il viaggio vero e prezioso della vita.

Non per questo infatti il titolo del libro è proprio "Come treni alla stazione" e c'è anche un capitolo omonimo molto interessante e intenso.

In realtà a mio parere tutti i capitoli sono bellissimi e variopinti, non vi è uno spazio tedioso o in cui l'autrice ha inserito dettagli in più o in meno.

Il libro si presenta assolutamente perfetto in tutta la sua capacità emotiva e comunicativa, nella sua morale e nel materiale educativo e religioso ma mai bigotto o esageratamente improntato sulle figure celesti che sono sì anche esse protagoniste vive e perenni nel romanzo quanto i personaggi principali o secondari del romanzo, ma non alterano il ritmo stilistico o il linguaggio che in ogni caso è sempre pulito e conforme alla narrazione. 

Un romanzo vivo e a tratti crudo, un microcosmo in cui Casteddu, che potrebbe essere terra di spiriti liberi e buoni, quasi sembra scegliere di essere terra tetra, cupa e ombrosa, piena di segreti ancestrali e famigliari.

In tutto questo, c'è spazio per la vita, per la tenerezza e le confidenze tra coloro che sono adulte e colei che è ancora bambina ma che  entra presto in quel mondo adulto così duro e spesso incomprensibile.


È sicuramente una Sicilia aspra e amara quella che ci racconta Manuela A. De Quarto, una terra in cui il silenzio, il rigore, la disciplina vengono sorretti dalla buona educazione e dal timore reverenziale di ciò che potrebbero pensare "gli altri", i cittadini della stessa Casteddu che sembrano purtroppo ancora retrogradi, ma c'è anche da considerare che gli anni '70 erano ben diversi da oggi e quindi certi atteggiamenti o certe considerazioni errate venivano condannate a priori.


Una scrittura dolce quella dell'autrice, che però ha la forza motrice della vita stessa, dell'esperienza, della bravura stilistica e della versatilità. 

Una storia davvero interessante che mi ha commosso e che ho letto tutta d'un fiato in pochissimo tempo, con le lacrime agli occhi e le emozioni che mi trapassavano anima e cuore come un raggio di sole caldo e rassicurante.


Il romanzo, in conclusione, a mio avviso vuole fare comprendere (tra le tante cose), al lettore, che non bisogna mai giudicare dall'apparenza, che i peccatori si possono trovare soprattutto in coloro che non ci aspetteremmo mai, che la vita è un incontro non fortuito ma deciso da Qualcuno che sta sopra di noi e che pur facendoci soffrire a volte anche terribilmente, ci indirizza verso i treni giusti, per viaggi migliori, in binari esattamente fatti per ciascuno di noi. 


Vi lascio due estratti interessanti tratti dalla storia: 

Primo estratto 


Casteddu è strana, Titì. È come le nuvole. Tutto è come le nuvole qui. Ti sembra che ci siano, le vedi, puoi godere della loro ombra, bagnarti con la loro acqua e poi, però, quando sei ad un passo da loro ti accorgi che se allunghi la mano per toccarle non esistono. 
Sono fatte di Nenti.



Secondo estratto


La nave e passata accanto a loro, piano, senza disturbarla. E mentre schizzi salati mi scivolavano addosso, sulla faccia, ho stretto ancora più forte la mano di mia figlia e ho riso, ho riso come poche volte ho fatto nella mia vita.
-Guarda, Maria, le senti? Sono come treni alla stazione. 


VOTO DEL ROMANZO ⭐⭐⭐⭐⭐




Questo è infine il bellissimo disegno che compare a fine romanzo. Ho pensato di mostrarvelo e spero che il tutto vi possa incuriosire.




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