Recensione al romanzo dell'autore Simone Olla intitolato "LUCE BIANCA"













Ringrazio la casa editrice per la copia digitale dell'opera.


Recensione:


Non appena ho iniziato a leggere "Luce bianca", ho capito che sarebbe stato un romanzo sensazionale e molto originale. C'è dell'intrattenimento quasi onirico nel modo di scrivere di Simone Olla, un divertimento che dà origine a un misterioso climax a volte ascendente e a volte discendente, che spiazza il lettore, che lo coinvolge fin dentro alla narrazione che non è più solo questione stilistica ma riesce a essere visiva e a far molto parlare di sé.

"Luce bianca" colpisce e lo fa non con leggerezza ma con possessività, con poco raziocinio e con tanto male di vivere, con quell'ansia per chi ancora deve uscire dal sogno ricorrente che lo turba, che lo rende forse un po' funesto talvolta.

Una luce forte, impressionante, come forte è il semi-calvario "dell'artista protagonista", che sembra non trovare uno sbocco di felicità in quel che fa e in tutto ciò che lo circonda.

Vi è un malessere di fondo e di base, vi è un uomo e il suo cane, Bebert, che commuove e al contempo  fa arrabbiare forse, poiché  a volte sembra un morto vivente che si prende gioco della vita stessa e del suo padrone.

Ma c'è anche il personaggio quasi piacevole di Nitti, il fido Nitti, colui che non abbandona mai il protagonista e tra le pagine di un romanzo come questo (che piacerebbe sicuramente molto a Ray Bradbury), si destreggia a mò di amico e consigliere, mentre un altro personaggio molto rilevante, stavolta femminile, ovvero Laura, simpatizza più per se stessa che non per il protagonista forse, ingabbiandolo in situazioni a volte al limite della sopportazione e della pazienza.

Ma c'è da dire che "Luce Bianca", arriva come un pugno al cuore, luce del neon o luce stroboscopica che riscuote successo forse addirittura nelle sale d'attesa o nelle camere assettiche in questo caso della personalità più recondita e inaccessibile, magari proprio la vita stessa.

Leggere "Luce Bianca", sotto i riflettori della vita - non vita, ci può trasmettere quell'informazione visiva e intellettuale cocente che filtra dai Mass Media ma che spesso non raggiunge appieno le vette dell'animo.

Invece, Simone Olla, con il suo breve romanzo pregno di intelligenza e anche fine sarcasmo, accennato erotismo e sensualità di carne e parola, riesce a puntualizzare quell' anticonformismo intellettuale che va controcorrente e riesce a catturare l'attenzione dei veri, di chi vive per la verità e per la verità spesso addirittura muore.

Il romanzo è a volte giustamente aspro, ha come dire un sapore addirittura acido, è come se il testo fosse talmente vero da risultare crudo nella sua totalità ed efficienza. 

L'autore assomiglia assolutamente a un anarchico che non ha paura di andare a dire in giro ciò che pensa, a costo di risultare antipatico con la sua bella "Luce Bianca".

Il romanzo trasmette il gusto dell'autore sicuramente per il futurismo e per ciò che è onomatopeico, ma anche per l'inverosimile e per tutto ciò che appare irreale, seppur condiviso in modo autentico nella semantica e nello stile, nonché anche nella sintassi e nel decoro perfetto del romanzo.


Voto in stelline:⭐⭐⭐⭐⭐

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