Recensione del romanzo intitolato "LA SPOSA DI MASANIELLO" dell'autore ANGELO BATTAGLI

 


RECENSIONE:

 

 Oggi sono qui per parlarvi di un romanzo che ho amato dall'inizio alla fine, intitolato LA SPOSA DI MASANIELLO - BERNARDINA PISA, DONNA IMMORTALE. 

Vi dico già da adesso che non è semplice per me parlarne, in quanto è difficile recensire un libro perfetto da cui traspare la bellezza da un lato e dall'altra tutto il gusto osceno e macabro, quasi grottesco per l'obsoleto e il faceto, per ciò che è mostruoso e leggendario, popolare, anti - sociale e anti - politico. 

Cercherò di parlarne in modo semplice, facendo leva sugli aspetti che mi hanno incuriosito moltissimo, sperando di arrivare ai lettori e all'autore del romanzo. 

Bernardina è la protagonista del romanzo, una donna coraggiosa che a tratti mi ha trasmesso inquietudine e scaltrezza, è una figura emblematica e appartiene a un mondo in cui la plebe sembra ancora vista in malo modo, non vi è solidarietà, non vi è amore, non vi è dolcezza. 

Nella storia infatti vi saranno lotte interne tra persone della stessa città ovvero Napoli, ma allo stesso tempo dall'altro canto vi sarà un mondo idilliaco dove compariranno figure divine e rassicuranti come i Santi e le Madonne. 

Siamo di fronte a un romanzo cosiddetto corale, i personaggi sono tanti e ognuno ha le proprie caratteristiche, le sinergie, i problemi che si contrappongono ad altri problemi di vita sociale, e poi i dettagli più che minuziosi di cui l'autore ci fa dono, sia per quanto riguarda il cibo che viene consumato che  per i luoghi di cui si parla in maniera molto approfondita, quasi il lettore potesse girovagare nelle stradine delle vie più popolari e potesse toccare con mano le leggende di quei luoghi spesso così fatiscenti.

Mi ha incuriosito molto il lato artistico dell'opera, il modo in cui il dialetto napoletano riesce ironicamente con sagacia a essere pungente e allo stesso tempo a mettere in riga i personaggi, anche il lettore stesso forse, che si sente come colpito al cuore da un coltello ben affilato. 

Il grottesco, la cruda realtà, la visione netta e sublime del mondo quasi allucinante e visionario, le città, i luoghi gretti e sotterranei, così come i mostri che popolano il romanzo, riescono a rendere la storia a tratti rassicurante e a tratti terrificante, in un dualismo essenziale che dona all'opera veridicità ma anche conturbante follia. 

La tremenda sorte di alcuni personaggi, e poi ancora la storia dell'Italia, il quasi dissacrante rapporto tra chierici e clero, il tutto viene filtrato in maniera grossolana e volutamente "folle", in un subbuglio di luride carni, in una sudica e demoniaca, infernale e quasi baudelariana litania del malessere, di quella bellezza che si tinge di male.

 Il popolo è il protagonista assieme a Bernardina, le prostitute, la bassezza della civiltà, il ridicolo, la mostruosa goffaggine, le ombre promiscue sui muri che aleggiano come fantasmi nella notte provocando brividi su brividi. 

 

Il romanzo mi ricorda per tanti aspetti i quadri romantici e foschi, cupi, quasi privi di vita, di  Turner, mentre la copertina mi ricorda il dipinto molto famoso intitolato  L'INCUBO

Nell'opera di Angelo Battagli vi è anche posto però per la vita, in quanto addirittura in certe occasioni, in alcuni capitoli, vi è un'idea sì insana di allegria eppure c'è, solo che è come se fosse trattata con quell'allure di esagerazione, non vi è mai secondo me un atteggiamento "normale", nei confronti del divertimento nei personaggi del romanzo, c'è sempre un climax o ascendente o discendente, un'iperbole quasi costante che cerca in tutti i modi di spaccare il velo di Maya, quello delle illusioni, quello antico e ancestrale.  

La storia appare sì complessa ma anche molto semplice alla comprensione, si legge in pochi giorni e trovo che sia intelligente, costruttiva e vada letta nel suo totale e appagante senso di libertà, proprio come l'atteggiamento dei personaggi che è spesso libertino, quasi ilare e sfacciato, pronto quasi sempre a provocare anche con la nudità e l'esagerazione. 

Credo che il romanzo, in conclusione, abbia molte caratteristiche degne di un romanzo dell'Ottocento, e per alcuni versi mi ha ricordato addirittura i Malavoglia di Verga e anche Rosso MalPelo. 

 

 

VOTO DEL ROMANZO:    ⭐⭐⭐⭐⭐


 

 

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