Recensione al libro intitolato "IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI" dell'autore DAVIDE CARROZZA













Ringrazio la casa editrice per la copia digitale dell'opera
 
 
RECENSIONE:
 
 
 
Sicuramente questo è un libro che fa parlare di sé, è autentico, estremamente originale e atipico nella sua intrinseca bellezza.
Una storia quasi ironica a volte, ma comunque sapientemente disperata e se vogliamo dirla tutta anche bizzarra seppur mantenga i connotati di un libro "normale".
L'autore inserisce all'interno della storia talmente tante informazioni, sono presenti le più disparate elucubrazioni mentali da parte del protagonista, che nel leggere il libro il lettore stesso si auto analizza, magari specialmente il lettore - scrittore che vuole vivere di scrittura ma spesso non trova la giusta ispirazione e ha il cosiddetto blocco dello scrittore, la paura della pagina bianca.
 
 
I protagonisti della storia sono Clara e Alessandro, rispettivamente insegnante di lettere di un liceo classico e un giornalista freelance che si occupa di scrivere articoli di cronaca nera. 
 
Sono una coppia solida, fondata sul rispetto, sull'amore vero e sul quieto vivere. 

Ciò che mi ha colpito molto in primis riguardo il romanzo di Davide Carrozza è stato il connubio tra semplicità di contenuto, adattamento alle circostanze quotidiane, e in contrapposizione a tutto ciò... quella voglia di fuggire dai canoni imposti dalla società, quella tensione spesso suicida e dolorosa verso ciò che è infinito, irraggiungibile, intoccabile.

Alessandro assomiglia a un anti - eroe dell'epoca moderna, non fa altro che disperarsi, oziare, perdersi in fissazioni che sembrano colpire solo lui e non Clara, sicuramente meno sensibile e più pragmatica anche per via dell'educazione rigida impartitale da suo padre quando era molto piccola.

Il mondo di Alessandro è a parte, il suo mondo infatti  è possibilissimo a patto che non si mischi con quello degli animatori in Egitto (questo accadrà quando Clara e Alessandro faranno un viaggio in cui lui rimarrà molto scosso per via di vari fattori ironici ma anche pungenti), con quello di coloro che lui sicuramente potrebbe definire impostori e con tutto ciò che non fa parte del suo Io interiore.

C'è da domandarsi se Alessandro non voglia davvero imitare in tutto e per tutto alcuni letterati, alcuni poeti, alcuni studiosi e miti di ogni epoca, in quanto l'autore li cita più volte, e anche se il protagonista rimane comunque umile nella sua disattenzione  nei confronti della vita, anche se non sembra volersi atteggiare a famoso giornalista (nonostante scriva per un giornale molto noto), è comunque saccente spesso, sembra voler trovare qualcosa da ridire su tutto e arriva anche a non fidarsi della sua fidanzata per un breve periodo, mettendo quasi in discussione il loro rapporto.
 
La loro storia è nata a Settembre, il mese delle canzoni, il mese dove tutto sembra più semplice e possibile, e proprio Settembre è il nome di uno dei primi capitoli del romanzo. 
 
Ma qual è il nucleo centrale dell'opera? Arrivando al dunque, è importante sottolineare che Alessandro scriverà un racconto intitolato "Sistema Immunitario", molto particolare e incentrato sul tema politico, e se in quel caso riuscirà a scoprire la sua dote di scrittore, beh più avanti quella stessa dote verrà messa in discussione da egli stesso in primis, in quanto quando gli verrà commissionato un romanzo insolito da scrivere per il noto editore e umanista Giancarlo Marinetti (voluto dall'editore stesso), Alessandro avrà una grossa difficoltà artistica nel comporre il romanzo, e sfinito, avvilito e quasi pronto a gettare la spugna, verrà rassicurato da Clara.
 
Riuscirà Alessandro a portare a termine il suo compito oppure il romanzo non vedrà mai la luce?


L'opera sembra un collage di diapositive memorabili, evocativa nella sua fattispecie, riesce a mischiare temi cardini come la scrittura e il flusso di coscienza, ma anche le epifanie, le figure retoriche come la metafora, ad altri temi che potrebbero essere visti come devianti ma che in realtà si sposano perfettamente con la ciclicità del libro, quindi possiamo ricordarne ben due: il calcio e la politica. 
 

Non mancano anche momenti di ilarità, seppur a volte quasi celati dal velo grossolano e malinconico di Alessandro, che sembra non poter mai godere appieno della felicità, sembra sempre essere triste e questo forse in fondo lo rende un artista, chi lo sa. 
 
Dio, allo stesso modo, colui che tutto sa e tutto vede, colui che dà i doni a ognuno di noi e si prefigge il compito di donarci serenità o anche punirci quando vuole, è  presente in questo romanzo piuttosto filosofico e per certi versi ribelle, volenterosamente scorretto a volte e per questo coraggioso e anticonformista, futuristico oserei dire. 

Quello di Davide Carrozza è un romanzo che attraversa l'intima costruzione di un romanzo stesso, piano piano, con le sue caratteristiche, con le sue paure e eccentricità, ma anche con l'evolversi dello spauracchio del cursore che lampeggia preciso sulla pagina bianca di Word, lasciando il protagonista con l'amaro in bocca. 
 
Spesso, e questo è ciò che mi ha trasmesso il romanzo, si è convinti di poter cambiare il corso delle cose, ma sono le cose che cambiano il corso della nostra vita. I piccoli dettagli, così come le azioni che facciamo ogni giorno, anche sbagliando, anche quando non facciamo niente in realtà e ci sembra di essere perdenti e oziosi, sono già di per sé, molto probabilmente, l'ingresso per il migliore dei mondi possibili.
 
 
 Voto del romanzo: ⭐⭐⭐⭐⭐
 

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