Recensione al romanzo di CLAUDIA DESOGUS / GLI ULTIMI EBREI









Il libro

“Gli ultimi ebrei” racconta le vicende della più potente famiglia ebraica del Quattrocento sardo. Un’indagine moderna (la storia è ambientata negli anni novanta) che, attraverso la ricerca di due ragazzi e l’uso di alcuni elementi fantastici, racconta la storia dell’espulsione degli ebrei dal Regno di Spagna nel 1492, in particolare della ricchissima famiglia Carcassona di Alghero, che ha lasciato in questa città un antico palazzo, a testimonianza del suo splendore perduto.
Ed è proprio dal palazzo che partirà l’indagine, la quale porterà a scoprire gioielli misteriosi e antiche opere d’arte sarde, al fine di ricostruire la tormentata storia dei Carcassona e di liberare la famiglia da una maledizione.
Una combinazione di storia e fantasia, secondo lo stile tipico dell’autrice, che ci porterà a esplorare un episodio poco conosciuto della storia sarda.

“Felicio, il bisogno di schiacciare, di umiliare qualcuno, meglio se appartenente ad una categoria debole e minoritaria, è da sempre insito nel genere umano. L’animo umano può elevarsi ad altezze inconcepibili e abbassarsi a livelli vergognosi. L’uomo può essere un dio e un demone a un tempo. Non inoltrarti mai nelle viscere dello spirito umano, è un fango putrido e immondo. Nessuno riemerge con l’animo intatto.”

Lautrice

Claudia Desogus è nata a Cagliari, dove ha frequentato il liceo classico Dettori e la facoltà di Lingue. Successivamente si è trasferita ad Amsterdam per lavoro e ha conseguito un master in giornalismo a Ferrara. In seguito, si è spostata in Belgio, prima a Gent e poi a Bruxelles. Attualmente vive tra Bruxelles e Malta, dove lavora come editor allAgenzia dell'Unione europea per lasilo.
Per la sua attività di scrittrice ha ottenuto, fin da giovanissima, diversi riconoscimenti (tra i più recenti i premi Lussu, Giovane Holden – finalista –, Nabokov Kids).
Con Catartica Edizioni ha pubblicato 
Il viaggio incantato (2018), Diario Virale (2020), Gli ultimi ebrei (2022).
Amante della letteratura e dei viaggi, è legatissima alla sua terra d’origine, la Sardegna, dove torna spesso e da cui trae ispirazione per molte delle sue opere.
È sposata e ha una figlia.
 



Ringrazio la casa editrice per la copia digitale dell'opera.


Recensione:

Oggi vi parlerò di un romanzo molto particolare e piuttosto scorrevole, una storia che mi ha coinvolta e affascinata molto per la sua narrazione che cattura davvero fin dalle prime pagine.
"Gli ultimi ebrei", il libro in questione, scritto dalla talentuosa Claudia Desogus e pubblicato dalla Catartica edizioni, ha come protagonisti Elisa e Marco (detto anche Mark), e la bellissima isola della Sardegna.
I due ragazzini, che frequentano l'istituto Deledda e si trovano a dover visitare con la scuola il Palazzo dei Carcassona, sito ad Alghero e molto rinomato, sono bravi e diligenti ma si troveranno a dover fare i conti con il proprio coraggio e con l'intraprendenza più estrema, e specialmente Elisa sarà protagonista di accadimenti molto particolari.
Partiamo subito con il dire che ciò che mi ha colpito tanto è stato il forte sentimento religioso e storico del romanzo, un misticismo quasi poetico e biblico, davvero fantastico.
Nell'opera è presente sia la realtà che la fantasia, la razionalità e l'irrazionale. 
Nel palazzo dei Carcassona, che erano nel '400 la famiglia sarda più potente e ricca in assoluto, vi è un uomo, ovvero il figlio di Nino e Ester de Carcassona, di nome Felicio, il quale è stato maledetto assieme al fratello e perciò deve essere liberato dalla condizione assoluta in cui vive, intrappolato sottoforma di una sorta di rilievo statuario (la sua faccia è immobile, di pietra), da 500 anni, mentre suo fratello Bernardo è costretto a guardare in eterno, dalla Torre Sulis in cui è imprigionato, il mare, l'elemento che più amava in assoluto in tutta la sua vita.
Elisa e Marco, astutamente, cercheranno in ogni modo, con l'aiuto della loro scaltrezza e con un susseguirsi di vicende incredibili che vedranno come protagonista anche una donna misteriosa di nome Anna Lai, di aiutare la famiglia dei Carcassona, che in passato era proprietaria del Palazzo via Sant'Erasmo.
Molto rilevante, nel romanzo, sarà il tema dell'ebraismo e il contesto culturale che appartiene da sempre al popolo ebraico, con i suoi simboli e soprattutto con la "menorah" il famosissimo candelabro a sette bracci.
Un'avventura straordinaria, breve ma che tocca le corde dell'anima e insegna a riconoscere il significato della storia del popolo e anche delle culture diverse dalle proprie.
Elisa e Marco sono esemplari, nel loro piccolo riescono ad essere grandi avventurieri in questa storia che ha il sapore di un giallo con sfumature fantasy, davvero ben scritto. 
Ogni capitolo ha la capacità di tenere sulle spine, e al contempo richiama spesso il dolce suono del mare, così come l'eco poetico delle frasi che si abbracciano quasi volessero partecipare a quella festa divina, a quel nodo di sangue (ma per sangue si intende in modo soave anche l'oro rosso di Alguer, il corallo bellissimo), che tinge ogni cosa, che sfocia nel mare come una leggenda di cui si conosceva solo un piccolo accenno e di cui l'autrice ci rende piacevolmente partecipi.

Mistero, armonia, incanto, dolore e apprensione.
Ma anche dedizione, cultura e approfondimento.

Un romanzo a tratti addirittura commovente, molto sensibile e dallo stile pulito, semplice ma ottimo.
Consigliato a tutti e soprattutto ai più giovani, affinché abbiano sempre la voglia di imparare e studiare, perché la storia alla fine siamo noi e questo romanzo ne è la testimonianza più diretta.

Vi lascio un estratto poetico che mi è entrato nel cuore e che vorrei leggeste per tenerlo con voi.


<<Io sono pietra
 E io sono respiro
Io sono pietra
E io sono lacrime
Io sono pietra
E io sono prigione.
E nelle mie profondità,
nelle mie profondità
come una vena che pulsa
scorre l'acqua che porta alla luce.>>


Voto in stelline: ⭐⭐⭐⭐⭐

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