Recensione al romanzo di A.COPPOLA - BRING ME TO LIFE (Dark art volume 1)
Ringrazio l'autrice per la copia digitale dell'opera.
Recensione:
Questa non è una storia semplice, è davvero piena di dettagli particolarmente minuziosi e di arte maledetta.
Definirei il romanzo disonorevole per quanto riguarda il lato quasi misogino e violento nei confronti di Nova, la protagonista della storia, ma la trama è ben capace di superare ogni argine, attingendo al mondo del sangue e raggiungendo per certi aspetti la dolcezza e la pacatezza della giusta redenzione.
Nova King ha un obiettivo preciso: riappropriarsi della propria libertà, dopo essere stata in carcere per diverso tempo.
Rusty è il "pittore maledetto" e controverso, quasi pieno di sé e circondato da un'aura di bellezza e malvagità raffinate e al contempo oltraggiose. Ma forse l'elemento principale è il suo passato doloroso causato da sua madre, Meryl Hall, una donna snaturata e veramente poco seria. Lui era solo un bambino di 8 anni quando si rese conto per la prima volta che la madre se la intendeva sessualmente con tipi poco raccomandabili e di questo soffrirà moltissimo, tanto da avere ripercussioni negative per quanto riguarda il suo futuro.
Il mix di sofferenza, dolore e rabbia sfocerà in una sorta di debolezza sentimentale nei confronti di colei che più di tutte gli ricorderà quella madre che tanto vorrebbe evitare, ovvero la donna con cui avrà una relazione abbastanza provocatoria e piuttosto violenta, malata e ambiguamente sadica: Nova King.
Un libro che come sottolinea l'autrice non è adatto a chi non ama i dark romance perché intriso di scene sessualmente esplicite e pregno di contenuti talvolta esageratamente opposti a ciò a cui siamo abituati a leggere di solito o comunque a trovare nei romanzi.
Il linguaggio è colorito e esercita un fascino tutto suo, ma devo dire che nonostante possa sembrare piuttosto osceno in certi momenti, l'intreccio narrativo è sensato e riesce nell'intento di affrontare temi importanti che tengono incollati ad ogni pagina.
Non mancano elementi quali: azione, avventura e flashback, ma anche contemplazione di un amore quasi reietto che si getta tra le braccia del vuoto stesso, con la paura di un non ritorno.
Credo che la bellezza di questa storia sia incentrata perlopiù nel coraggio di Nova nell'affrontare le sfide che la vita e anche il pittore Rusty le danno, e per riflesso incondizionato, quasi Rusty e Nova si appartengano da sempre senza saperlo, l'atto inconsapevole resiliente dell'artista controverso (Rusty) nello sconfiggere i demoni del proprio passato.
Il romanzo non va letto come una semplice storia di ossessione e di amore a tratti "sporco" o sanguinoso, no. Bisogna andare oltre il muro delle apparenze e riuscire ad affrontare le paure insite nel richiamo del sangue e della rabbia.
Rusty a volte potrà sembrarvi un animale in gabbia, un uomo riprovevole ma con un'intelligenza e sensibilità acute e disarmanti.
Un leone che ruggisce, ecco cos'è Rusty, ma se non viene attaccato dall'uomo quello stesso leone rimarrà al sicuro, mansueto e forse più gentile degli altri animali della savana.
Finisco con il dire che si può sempre risorgere dalle ceneri e che chiunque può donarci la vita, ma solitamente dimentichiamo che per poter tornare a vivere dobbiamo riguardare ogni tanto le cicatrici dovute a quelle cadute di un tempo ormai immemore.
Bring me to life è non solo un romanzo, ma un modo di vivere, un motto, un lessico iconico che fa dell'arte della rinascita e della sopravvivenza tutta la sua opera maggiore.
Mi sono sentita arrabbiata, confusa e ammetto destabilizzata di fronte a certe scene del romanzo ma non essendo abituata a certe storie forti è comprensibile... solo che non devo incolpare nessuno, non è da demonizzare il contesto o la penna dell'autrice bensì il gusto personale, ma la storia è funzionante perché ricca, è empatica e esorcizza il male, come si togliesse un quadro ormai da gettar via, polveroso, vecchio e in disuso.
"Art for art's sake", disse Oscar Wilde un tempo, ovvero l'arte per l'arte fine a se stessa. Qui invece l'arte è fine a quella patina rossa di erotismo e sensuale sconvolgimento, oserei dire in piena sindrome di Stendhal.
Voto del romanzo in stelline:
☆☆☆☆☆
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