Recensione al romanzo "SIERO NERO" di Matteo Kabra Lorenzi

 





RINGRAZIO L'UFFICIO STAMPA PER LA COPIA DIGITALE DEL ROMANZO:


SINOSSI:

Kabra è il cantante e frontman dei “Sesto Elemento”, rock band che da qualche anno ormai è protagonista assoluta della scena musicale nazionale. Nell'intrecciarsi delle vicende personali – che lo hanno visto sin da quando era bambino trovare nella musica un abbraccio consolatorio e una spinta motivazionale – con quelle della lunga, travagliata e ricca storia del suo gruppo, egli vedrà sconvolta la propria esistenza da una proposta irrinunciabile – per la sua emergente carriera da solista – della stessa casa discografica che ha sotto contratto la band. Da quel momento sarà roso dal tarlo della fama e del successo, e un vertiginoso vortice di menzogne e scelte sciagurate metterà in discussione l’intera esistenza del protagonista, fino a quando il castello di bugie crollerà definitivamente, scombussolando i fragili equilibri della sua vita e mettendolo definitivamente a nudo di fronte alle proprie responsabilità… Una storia di amori, amicizie, musica e vita. Un viaggio di trent'anni nei labirinti delle fragilità dell’uomo.



RECENSIONE:


Partiamo dal fatto che il libro è talmente intenso e particolare che non so davvero da dove iniziare, molto probabilmente non riuscirò a parlarne come vorrei per il semplice fatto che la storia è semplicissima ma scritta in modo magistrale, davvero perfetta! 

Kabra è il cantante e frontman della rock band "Sesto elemento", ma grazie all'autore non scopriamo solo le vicende di un artista incredibile, bensì prima di tutto di un uomo che ripercorre la sua vita, in immensi flashback piacevoli e molto scorrevoli, in cui vediamo lo stesso Kabra bambino, adolescente, innamorato e sconfitto, deluso, ancora rinato, e pazzo della musica, quasi malato, ossessionato da quel morbo musicale che lo attira e lo salva da quando ha memoria. 

Sicuramente ha influenzato molto il suo stile e i suoi gusti, lo zio Max, che da sempre ama la musica e proietta Kabra in un sistema mentale - musicale molto forte, in una vera e propria inizializzazione alla cultura pop ma anche rock. 

Sono tante le band che Kabra ascolta da ragazzino, e da subito si sente parte integrante di quella storia della musica che sembra un Paradiso, una porta che dà accesso ad un luogo incantevole, un po' come la lettura per Virginia Woolf. 

Il protagonista della storia, che mi è stato simpatico fin dall'inizio in quanto affine a me su tutti i fronti, riesce a incantare con la sua indole buona, con i suoi modi pacati e la sua caparbietà.  

La cosa che forse mi ha colpito davvero tanto di questa lunghissima avventura in stile "old school" è che a mio avviso potrebbe essere considerata una perla multicolore e multiculturale, in quanto raggruppa il fascino della musica rock con l'elemento cosmopolita, abbraccia infatti tutto il mondo, concentrandosi anche su periodi differenti che hanno fatto la storia della musica in generale. 

Il libro assomiglia ad una vera e propria enciclopedia della musica, per certi versi anche un saggio, che vede come protagonista un ragazzo, che con il tempo conosceremo sotto tanti punti di vista e in maniera molto dettagliata come gli altri personaggi del romanzo, dotato di curiosità e intelligenza acute, che non disdegna la musica classica nonostante la sua passione sia il rock and roll. 

Questo non è un romanzo come tanti altri, non è una storia controversa ma ha al contempo quel male di vivere tipico dell'artista, quello spleen che s'immerge nella sostanza, che come siero si scompone e si scioglie, ma che può anche reinserirsi in vena, come una droga, come l'effetto della musica. 

Ho iniziato la recensione dicendo che molto probabilmente non sarei riuscita a scrivere ciò che avrei voluto, beh in effetti è vero, perché nella testa le parole mi frullano vorticosamente, come se a girare fossero dei dischi rock, dei vinili, ma la parola riesce anche a subire mutamento, e sta zitta come in un ossimoro grottesco o dolce che si voglia, quando il romanzo supera ogni fantasia, ogni bellezza.

Qui vi è la storia dentro la storia, ci sono riferimenti culturali pazzeschi e dunque parlare di un libro che è GRANDIOSO, non è mai semplice.  C'è poesia, c'è amore, c'è odio, c'è TUTTO. 

E nel tutto ci si perde, si fa fatica a corrisponderlo, come un amore grande che è talmente grande e immenso da non permettere di quantificarlo. 

Sono stra innamorata di questa storia e ammetto di averla riletta più volte per immedesimarmi al meglio in tutto ciò che viene narrato, ma ancora non riesco e non riuscirò mai a interpretarla come merita. 

Quello che ci fa fare Matteo è un viaggio "On the road" lungo quella che definirei, per concludere la recensione sintetizzando ciò che mi ha trasmesso il romanzo, una Starway to heaven mischiata alla Highway to hell.  

Non ho mai letto niente di simile, di così travolgente. Ho sorriso, ho pianto, mi sono sentita talmente coinvolta da avere il cuore e l'anima in subbuglio come se niente al mondo mi potesse risollevare, ma poi ho sempre pensato: La musica, come siero nero, attraversa l'animo, va dritto al cuore e lo avvelena, senza far poi troppo male, ma con tanto rumore in sottofondo. 




Ancora grazie all'ufficio stampa, onorata!


VOTO DEL ROMANZO IN STELLINE: 


☆☆☆☆☆



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