Ringrazio l'ufficio stampa per la copia digitale dell'opera.
RECENSIONE
Un libro talmente intenso e affascinante da assomigliare ad un sogno.
Vi è un'aura sia controversa che pacifica nella storia di Gala, donna per alcuni versi poco simpatica, anche odiosa molto probabilmente e cinica, fredda, poco amabile ma determinata, sincera e ovviamente dal carattere esplosivo.
Non vi è umiltà in lei, Regina - Madonna che accoglie su un trono dorato Nicoletta, laureanda torinese che si troverà faccia a faccia con un'icona per interposti uomini ma dal talento discutibile tanto che la stessa Gala Éluard Dalí ammette spesso di non essere stata brava nella sua vita né come pittrice e né come poetessa. Sa però riconoscere i talenti, e in Nicoletta non vede quella luce che dovrebbe invece permeare e caratterizzare una Gradiva o comunque una figura di alto spicco.
Siamo nel 1975 e Gala si ritira per una settimana nel castello che il suo secondo marito, Dalí, le ha regalato.
Una notte, proprio la stessa Nicoletta citata pocanzi, bussa alla sua porta e Gala all'inizio sospetta possa trattarsi di sua figlia, quella figlia che lei non ha mai desiderato vedere, tanto che al momento del parto e in seguito lei ha decisamente rifiutato la bimba, come se fosse oggetto di scarto.
Una donna incredibilmente astuta, forte e a tratti perversa, strega vestita di serpi e intrisa di malia.
Ma il rovescio della medaglia sta nel fatto che Gala la si può odiare a morte ma quell'odio è incline comunque alla devozione, come se lei fosse una dea, quelle stesse divinità da cui lei si tiene ben distante.
Lei che non ha paura della morte nonostante i suoi ormai ottanta anni, lei che quasi ci cammina su quel luogo in cui sa che sarà sepolta... perché il castello è l'ultimo viaggio, il suo ultimo posto nel mondo.
Un castello perfetto per una donna che parla quasi come fosse una vecchia strega, che lecca le ferite del prossimo per poi ridere e citare Baudelaire.
Una gatta che abbandona ciò che ritiene superfluo e non se ne vergogna, anzi spudoratamente si vanta delle sue inclinazioni naturali perverse, quasi maschiliste talvolta seppur inneggi ella stessa al femminismo più radicato che mai.
Si vanta, si apre a questa piccola ragazza, la piccola "bambina" come viene chiamata da lei Nicoletta, e con le sue mani piccine tasta, offre la sua vita e regala la sua attenzione, donando se stessa alla PRESCELTA.
A colei che non è Gradiva, a colei che è debole e che non sa cosa sia l'amore vero. A colei che non ha il passo della donna giusta e perfetta, che non posiziona la gamba destra e poi la sinistra in maniera assurda e bislacca come riesce a fare Gala.
Nicoletta che si inginocchia a terra, quasi stesse entrando in convento e fosse una novizia a cospetto dei superiori, Nicoletta che prova vergogna, sottomessa alla volontà della dea.
Gala riesce a soggiogare uomini e donne, è fata matrigna ma anche benevola, insegna e bacchetta. Subdola e arrivista, intelligente e scaltra come non mai.
Leggere questo libro mi ha entusiasmata, sono felice di aver potuto recensire una biografia romanzata così ben scritta e dal carisma notevole.
Le immagini sono vive e quando parla Gala il suo essere inflessibile e despota ha indubbiamente attirato la mia attenzione, perché sembra di ascoltare una donna che trafigge un'altra donna ma lasciandole la speranza di un futuro migliore, un senso di appartenenza al mondo che prima era assente.
Una storia policromatica, che tende all'azzurro e si incastra tra il rosso mondano passionale e la trasfigurazione di una bellezza incredibile, arrivando alla moda, alla poesia, all'arte e alla cinematografia, passando per erotismo e seduzione, tentazione e supremazia.
Una storia contemporanea che assomiglia alle fiabe e leggende russe molto antiche, con riferimenti culturali e folkloristici, talvolta terrificanti e misteriosi.
Il brivido della vita, la sapienza della morte.
VOTO DEL ROMANZO IN STELLINE:
☆☆☆☆☆
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