Recensione romanzo PICCIRIDDA - CATENA FIORELLO




SINOSSI DELL'OPERA: 

Cosa può mai accadere a una picciridda che nei primi anni Sessanta vive in un minuscolo villaggio di pescatori, Leto, lungo la costa tra Messina e Catania? Può accadere, ad esempio, che i genitori si trovino costretti a emigrare in Germania in cerca di fortuna e che decidano di portare con sé solo il più piccolo dei due figli, affidando "la grande", pur sempre picciridda, alla nonna paterna. È quello che accade a Lucia, l'irriverente protagonista di questo romanzo, che vive la sua condizione di figlia di emigrati sentendosela addosso come un marchio negativo. È consapevole, Lucia, che per lei – e per tutti coloro che non hanno fortuna, che sono "figli della gallina nera" – la necessità implica sacrificio e rinunce. Lo sa bene. Lo dicono tutti. Lo ripete la nonna, così burbera e austera. Ma col passare dei mesi, tra feste di paese e pomeriggi in riva al mare, l'esistenza di Lucia si popola di persone e di affetti: le zitelle Emilia e Nora, la professoressa Aida, la compagna di classe Rita. Ci sono anche gli uomini, misteriosi e taciturni, un mondo da cui stare alla larga (come dice sempre la nonna) o tutto da scoprire (come sente Lucia). E proprio uno di quegli uomini nasconde un terribile segreto a cui Lucia si avvicina sempre più, ignara di ciò a cui andrà incontro…


RECENSIONE: 

Lucia è una bambina molto sensibile ma forte. Perché sensibilità non significa debolezza, anzi! Lucia è tenace, determinata e sopratutto legata ai suoi genitori, a sua nonna Maria Amoroso e a sua zia Franca. Ma anche a suo fratello Pietro che rispetto a Lucia, bambina di 10 anni, sarà coinvolto nel viaggio in Germania da emigranti dei genitori di entrambi. 
Pietro rispetto a Lucia sembra più fortunato, sembra il privilegiato,  il figlio prediletto. 
Ma come si sa, non tutto è come appare, e a volte, la sofferenza aiuta a crescere più velocemente e perciò i modi bruschi di nonna Maria, che vive a Leto assieme a sua nipote, la Picciridda Lucia, faranno in modo che la piccola ma sveglia bambina, riesca a maturare in fretta rispetto ad altri bimbi della sua età.

Il romanzo è bellissimo, la storia è concentrata sull'aspetto più soggettivo e intimo della coscienza di Lucia, che in una sorta di 'memoriale della mente' parla e racconta della sua infanzia,  dei tempi della scuola, della sua amicizia intoccabile e incrollabile con Rita, la compagna di banco, le materie che le piacciono e la matematica che invece non digerisce troppo.

Si va avanti con il senso di malinconia e struggente nostalgia della bambina,che sente sempre la mancanza della sua famiglia e spera che a Natale possano vedersi e stare tutti insieme  ma il tutto non sembra fattibile. 

Il dolore interiore viene placato dall'amore per sua nonna Maria (La Generala) e per il mare bellissimo di una Sicilia che però ha anche i suoi lati oscuri e retrogradi come spesso accadeva e accade tutt'ora specialmente nel Meridione. 

Lucia, la picciridda, ama mettere i piedi sotto la sabbia, per non pensare a nulla, per essere un tutt'uno con quella sabbia che è amica  e confortevole. Forse un amore puro e sincero. 

Una Sicilia che pretende che le donne stiano in silenzio, mentre invece gli uomini  fanno i loro comodi e usano il corpo e la mente in maniera oltraggiosa, picchiando e emanando false sentenze giusto per sentirsi come al solito esseri superiori. 

Un romanzo di formazione e di abbandono, ma anche di scelte difficili, di segreti  e colpi di scena incredibili. Ho apprezzato molto il modo in cui l'autrice ha trasformato la storia in qualcosa di unico e raro, prezioso come una perla in un mare di emozioni e sensazioni positive e negative. 

Vi è un senso di riscatto, di resilienza e di amore, di familiarità, di gesti inaspettati e anche di terrore verso ciò che non si comprende. 

Leto è molto diversa da Flörsheim, città  della Germania in cui si sono stabiliti i genitori e il fratello di Lucia. A Leto tutti parlano di tutti,  sparlano e chiacchierano di pettegolezzi e altre stupidaggini. 

Si sa che il pettegolezzo non arricchisce, anzi, umilia e rende inutile la conversazione.  

I temi affrontati nel romanzo sono tanti, tra cui: la speranza, la rivalsa, la religione, la vendetta e anche la violenza. 


Mi sono commossa nel leggere la storia di Lucia e del suo mondo, e il dialetto siciliano è davvero interessante e affascinante in ogni suo aspetto. È di facile comprensione e in più il romanzo è facile da capire e apprezzare. 

Romanzo corale, cosmopolita, che ruota attorno alla bellezza della vita e alla tragicità della morte. Non sempre Lucia è apprezzata, ma capirà in un secondo momento che la vita, anche a distanza di tanto tempo, rende le gioie a chi le merita. 

Sempre.

E in fondo, credo che ognuna di noi sia una Picciridda, anche da adulta. 



Voto del romanzo in stelline: ☆☆☆☆☆

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