Recensioni racconti Blanky e Sour Candy - di Kealan Patrick Burke
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale dell'opera.
Recensione primo racconto:
Una famiglia spezzata. Un dolore tremendo.
La morte è sempre qualcosa di aberrante, che sconvolge e atterrisce. Ma quando è il male a provocare il decesso di un innocente, di una bambina molto piccola, allora ci si domanda davvero perché le cose peggiori accadano alle persone più giuste, quelle che non meritano il dolore.
La storia è davvero inquietante e mette i brividi.
Stephen è sposato con Lexi e ha assieme a lei una figlia di nome Robin che muore a causa di un elemento malvagio che accompagnerà tutto il racconto di un autore straordinario, che per stile e brividi può essere paragonato a mio avviso a Stephen King.
Come nei migliori racconti horror conditi con sagacia e terrore sottile da leggere fra le righe, anche qui siamo a conoscenza di fatti davvero assurdi e che riportano ad un aldilà davvero sconcertante in cui la Dea del Dolore ovvero una specie di strega è come se fosse la proprietaria delle bambole inquietante e dei buchi neri al posto degli occhi. Un universo nero contaminato dalla perdizione, dalla tristezza e dalla morte perenne.
E come non citare Blanky? Vi starete chiedendo chi sia o piuttosto cosa sia, giusto? È la stessa domanda che mi sono posta io fin dall'inizio.
Beh.
Blanky è tutto ciò che spaventa, ma è anche una copertina che sarebbe dovuta giacere sotto terra nella bara di Robin. E invece 'risorge' ogni volta, come una fenice dalle sue ceneri. Una copertina che si infila in gola, in profondità e con malvagità assurda soffoca e stringe.
Ma ci sarà anche un riscontro ancor peggiore della malvagità stessa, perché l'uomo sa essere ancor più cattivo delle streghe quando decide di scegliere di stare dalla parte 'sbagliata' e tradire il bene.
Vi è pathos, climax emotivi ascendenti di pura tensione, ansia e terrore vero, nello stile originale ma che a mio parere richiama non solo il già citato King, ma anche Lovecraft e Edgar Allan Poe.
Ma specialmente Lovecraft, sopratutto a fine racconto.
Rimarrete incollati alle pagine di questa storia senza annoiarvi mai, con il fiato sospeso fino alla fine...
Ammetto che non conoscevo questo autore, ma grazie alla Nua edizioni mi sono follemente innamorata delle sue storie e lo consiglio veramente a chiunque, anche ai più giovani perché è un tipo di horror che non sfocia nel blasfemo o nel raccapriccio esagerato.
È un horror emotivo e sensibile.
Voto del racconto in stelline ☆☆☆☆☆
Recensione secondo racconto:
Caramelle, caramelle per tutti.
Sembrerebbe una frase bellissima, se non fosse per la falsa dolcezza che racchiude dentro sé.
È un po' come se in questo racconto da brividi si tornasse a quell'età in cui si ha il terrore delle cose più belle, anche banali che all'improvviso diventano le più tremende. Possono dei dolciumi frizzanti diventare un incubo? Detto così sembrerebbe un po' stupido ma credetemi, l'autore mette in scena una storia di paura davvero sensazionale!
Phil è un uomo come tanti, fidanzato con Lori. Non hanno figli e sono felici di non averne, proprio come tante coppie sparse in ogni parte del mondo.
Quando Phil si troverà a far la fila al Walmart, un centro commerciale americano molto famoso, completamente solo e ignaro di cosa lo aspetta, una donna abbastanza strana con un bambino piccolo iniziano a comportarsi in modo inappropriato. Adam, il bambino, urla come un ossesso tanto da richiamare l'attenzione del direttore e lei sembra essere uno spirito o peggio un morto vivente.
Phil, giustamente sconcertato, al telefono con Lori, le racconta cosa è successo e si dirige in macchina.
Ecco che qualcuno o meglio qualcosa... lo tampona, facendolo quasi morire. Phil si salverà per miracolo ma a volte è meglio morire che superare l'inferno in vita.
Per lui infatti l'esistenza sarà sconvolta da quello stesso bambino, Adam, che gli dirà di essere suo figlio.
Un figlio che lui non ricorda di avere.
Ma perché le caramelle? E perché gli Anziani appaiono come creature altissime e strane?
Perché Adam continua a parlare di 'MORA'?
In un quadro inquietante che unisce il thriller all'horror molto originale, ho notato similitudini con il primo racconto, come se fossero uniti da un fil rouge molto spesso e intrigante.
Ci si chiede, leggendo tutto d'un fiato, cosa si potrebbe fare e come ci si sentirebbe nel ritrovarsi vittima della stessa propria vita, nel non uscire più di casa, nell'essere condizionato da un bambino che sembra un angelo caduto in un certo senso, ma che in fondo non dice mai cose oscene e conosce il futuro. Sembra per certi versi un piccolo profeta, come se l'autore volesse parlare di religione, accennandola appena.
Phil non si potrà più cibare di cose normali come pizza, pasta e molto altro, semplicemente perché il bambino continua a rifilargli quelle odiosissime caramelle frizzanti che danno il titolo al racconto e questa condizione orrenda farà sì che la salute mentale e fisica di Phil venga distrutta pian piano...
Ma se niente fosse come sembra?
Collegandomi al primo racconto, anche qui lo stile è perfetto e ci si tuffa immediatamente in un'atmosfera onirica ma anche reale, di quel tipico orrore psicologico che non va più via.
Leggete questi due racconti e non ne rimmarete affatto delusi!
Voto del racconto in stelline: ☆☆☆☆☆
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