Recensione romanzo di MARCO MARTUCCI / LA PERFEZIONE




Ringrazio la casa editrice Morellini editore per la copia digitale del libro.


Recensione: 

Si può trovare la perfezione in un mondo imperfetto? O meglio, è possibile restare incantati davanti ad un mare testimone di una promessa perfetta che di perfetto ha soltanto il retrogusto amaro di un amore quasi ai limiti dell'inverosimile? 

Leggendo il romanzo, la prima cosa che mi ha catturato è il titolo così tanto in contrapposizione con la storia in sé. 
Un ossimoro? Forse. 

La perfezione può esistere davvero in un amore sbagliato e in relazioni interpersonali che hanno il sapore di qualcosa di veramente acerbo? 

È come assaggiare il primo amore, è come goderne delle piccole fantasticherie, dei vaneggiamenti lussuriosi e talvolta strambi ma che ci possono salvare o anche mettere in grandi situazioni spiacevoli. 

Questa è la storia di una famiglia che di normale e perfetto non ha nulla. Francesca Lopez e Diego Bagnati sono sposati e hanno due figli: Marianna e Guglielmo. 

La prima è la figlia maggiore e si rivelerà un bel tormento rock. Imperfetta nella sua bellezza da lolita che ricorda per tanti fattori appunto il romanzo di Nabokov, instaurerà un rapporto - non rapporto con Vittorio, amico di famiglia da sempre. 

Guglielmo, essendo piccolo rimarrà sullo sfondo per tutto il romanzo, ma nel suo cuore di bambino ci rivelerà il dolore recondito che provano il più delle volte i figli minori quando i genitori sono troppo assenti. 

Francesca è una giornalista,  scrittrice e donna in carriera sempre in movimento, mentre il marito Diego vive di politica e vorrebbe diventare  presidente del Consiglio.

In tutto questo vi è un dolore taciuto. Anzi vi sono più dolori assieme... Come se il romanzo volesse captare l'origine del malessere che è insito nelle coppie che parlano poco, che si conoscono poco, che non si toccano più e lasciano agli altri il 'dovere' di esercitare quel potere su di loro. Come una malattia che non vuol sparire.
La malattia di essere perennemente infelici. 

Tristi e saturi. 
E nel frattempo Marianna, che si fa chiamare da tutti Lady Marian, approfitta di questa incredibile  libertà per essere dolcemente ribelle come una vera maledetta rockettara. 

E poi troverete personaggi diciamo  secondari ma che non sono meno importanti come Enrique, Emma, e Achillea.

Oppure ancora Charlotte e Giovanna. 
Charlotte che sospetta ma tace. Charlotte che come tutte le donne ha il sesto senso e riesce addirittura a placare in un certo qual senso quella malizia che in Marianna è indubbiamente innata.

E di malizia ce n'è nel romanzo, ma non sfocia mai nella volgarità o nel ribrezzo.

 Una storia questa che accende gli animi e al contempo subito dopo li assopisce, perché vi è una doppia valenza, se non addirittura tripla.  

Una artistico musicale, una sessuale amorosa e una perfezionista imperfetta. 

E che dire della carica da politico di Diego che con la sua sfrontata demagogia tipica dell'uomo che vuole surclassare gli altri proponendo chissà quali benefici all'Italia, si sente in un certo senso onnipotente e infrangibile? 

Questo è un romanzo non di genere ma che ne rappresenta benissimo tanti assieme.  C'è  un fil rouge tra la passione e la paura dell'essere scoperti, perché quando si è adulti e si perde la testa per una ragazzina la tensione è sempre pronta ad azzannare alla gola. Sempre in agguato come un mostro famelico. 

E c'è a mio avviso una perfezione musicale che riesce a dare un ritmo incalzante al romanzo che nei lunghi percorsi di viaggio tra Mergellina, Napoli, Bologna, vari bar dai nomi curiosi e piazze altrettanto bellissime e particolari come quella del Gesù, si evolve e diventa un'avventura interiore non troppo complessa anche se intricata come rami di un albero, come le radici di un amore che non si sa più se viva di libertà o di libero  tradimento. 

Mi ha colpito molto il fatto che l'autore in ogni breve capitolo abbia sempre iniziato la descrizione degli eventi con i nomi dei personaggi principali. Si sottolinea il nome, è come se fosse il biglietto da visita e quasi una colpa, una sorta di lettera scarlatta.  

Francesca Lopez è forse colei che viene più di tutti macchiata da questa 'colpa'. 

E Marianna con il suo pseudonimo da amante di Robin Hood, sembra un innocente e pacata ragazzina che, tra una canna e baci proibiti,  vuole essere al centro del mondo. 

In conclusione, questa storia di imperfezione nasce a mio avviso come un monito verso coloro che non hanno il coraggio di affermare che in realtà non c'è  mai o perlomeno quasi mai una famiglia perfetta e che i sentimenti possono giacere anche sul fondo del mare, o scritti su un taccuino vecchio di vent'anni. 

Scrivere qualcosa di perfetto e 'inciderlo'  sul titolo, ma arrancando e proteggendo ma al contempo mettendo a nudo l'imperfezione è  educativo e molto coraggioso, quasi un atto di fede per come lo vedo io.


Voto del romanzo in stelline: 5 


Complimenti all'autore al quale auguro il meglio, tanto successo! 












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