Recensione romanzo di CLAUDIO VOLPE \ OLTRE OGNI COSA
Ringrazio l'ufficio stampa per avermi dato la possibilità di leggere e recensire questo romanzo.
Recensione:
Pietro e Alba.
Un amore immenso, messo alle strette da un destino che forse di rosa non ha più niente, forse non ha più quel colore che presuppone serenità e armonia.
Greta e Carlo.
Una ricerca esteriore ed interiore. Continua, insistente, quasi tormentata. Perché da amici si può volere di più stando con i piedi per terra e il cuore in alto. E loro desiderano un figlio. E un figlio è qualcosa che ti cambia la vita per sempre, un po' come quando leggi una poesia o una silloge talmente umana da portarti alle lacrime, e ti metti in un angolo a soffrire con le gambe accavallate e doloranti forsea causa di quel gioco d'amore che ti fa bene e male.
Alba, una donna piena di vitalità sotto ogni punto di vista. Lei che ama la musica e dovrà partire in Giappone perché dei discografici si sono interessati sul serio alla sua musica, finalmente.
Un amore quasi impossibile, eppure lei è lì, c'è, è consistente ma al contempo non ci sarà più.
Un incidente la paralizzerà dalla testa ai piedi, le toglierà quella forza di vivere da sempre insita in lei.
Pietro non capirà più niente a causa del dolore... Sua moglie non vuole più vedere la luce del sole, non vuole che l'alba le sfiori il viso, proprio quella stessa alba che porta il suo bellissimo nome.
E in parallelo, Greta muore, lasciando Carlo nella disperazione ma anche nel vortice incorruttibile della resilienza che tutto trasforma e come amore vero ripara, ricuce.
Perché per andare oltre ogni cosa, si deve guardare con gli occhi della speranza.
Musica, amore, poesie, eternità. Si succedono e si abbracciano, come corpi che piangono, come attese, come lacrime in sordina.
Perché spesso gli amori che ci fanno stare male sono i più veri, sinceri e autentici.
E chi ama davvero ti lascia libero, anche di scegliere di morire per continuare a vivere, forse a modo suo certo, ma comunque nella gioia della speranza di qualcosa di meglio del mondo che ti ha spezzato.
Una storia che appassiona in ogni sua trama delicata, come se fosse un film raro, bellissimo.
Un romanzo che insegna cosa è l'amore, cosa significa rischiare per esso, un sentimento puro e nobile che straccia il cuore e lo ripone per bene su filari di stelle, come in un quadro stupendo del cielo.
Una speranza nel dolore dell'eutanasia.
Francesca e Leonardo: due mondi opposti ma così tanto simili. Figli dell'amore e della morte.
E quando si è figli del caos non si può impazzire, no. Si può danzare sotto la pioggia, con un ombrello e un modo tutto elegante di fare che è tipico di chi riesce a gestire il mondo.
Pietro è la roccia, Alba è forse quella sensazione di abbandono... Quel residuo di vita che c'è anche laddove si scova la morte più oscura.
Perché gli amori veri non finiscono mai e quando sono speciali come il loro, attraversano eoni del tempo, spazi luce, anni imperscrutabili, ma non muoiono mai per davvero.
Uno stile accurato, perfetto. Linguaggio delicato, e anche laddove vi è il tema della morte e della fine di tutto, vi è una delicatezza di intenti incredibile che sfocia nella purezza.
Alba suonerà per sempre, perché è libera.
Si va sempre oltre ogni cosa, oltre il proprio limite sessuale, oltre il corpo che non risponde e oltre tutto.
Così che quel tutto raggruppi di nuovo una famiglia e un grande amore. Perché dalle rose nascono sempre nuove spine, ma non è detto che facciano sempre male.
Alba e Pietro, così come Carlo e Greta, insegnano che tutto avviene per un motivo esatto, niente è buttato lì al caso.
L'autore è molto bravo nel parlare di una storia semplice ma intensa, dal retrogusto amaro e dal dolore deciso.
Ma l'amore vince sempre, come l'alba che si presenta ogni giorno puntuale come il suo sole.
Voto del romanzo in stelline: 5
Auguro all'autore tanto successo ancora, il suo talento è davvero innato. Complimenti vivissimi.
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