Recensione romanzo di GIULIA SAVARELLI / GIUNIO, DI GIUGNO
Ringrazio l'autrice per la copia cartacea del romanzo.
Recensione:
Ava e Ludovico.
Sembrerebbero una coppia normale se solo non nascondessero in casa loro un incredibile segreto fatto di fuoco, di incendio sottile.
Non un segreto piccolo, di quelli che facilmente vengono portati alla luce anche dai bambini, no, un segreto dal nome "Giunio".
Un ospite che non apre gli occhi, chiuso in una camera... Con quei suoi capelli di rame e la pelle diafana, con il suo ego dolce e il profumo dell'anima angelico e un po' demoniaco.
E poi c'è Carrie, la signora che va a casa dei due ragazzi molto giovani e ride, si diverte, ed è ignara di tutto.
Nessuno sa chi sia Giunio. Ma sopratutto nessuno è a conoscenza degli incendi nei suoi occhi, nel suo cuore.
Giunio è il palesarsi della stagione estiva, è un tatuaggio destinato a cancellarsi troppo in fretta perché non permanente. È un tatuaggio sbagliato ma anche giusto, perché Giunio questo è: è un diavolo, una fenice, un torpore d'angelo che si incastra perfettamente tra gli sguardi assorti di Ava e Ludovico, coppia stabile ma innamorata follemente di Giunio.
È un ménage a trois dell'anima, è un erotismo che brucia dentro, come quando si fa l'amore per la prima volta e fa male.
Ma deve far male per poi essere piacevole.
Questo romanzo breve ma intenso ha la carica emotiva della leggenda, della favola e della tradizione.
Ma ha anche e sopratutto fiamme che divampano ovunque, come di amore tossico che fa ammalare ma anche rinsavire se preso sotto un'ala protettrice, se curato con dolcezza e premura.
Giunio è fragile, è sensibile, è la personificazione del rosso. È amore.
Lui sembrerebbe anche una lei a volte, perché l'amore non ha sesso né forma.
Pesce, uccello, fenice.
E in quel contendersi la salvezza, apparirà anche Juno, una ragazza moderna.
Il diavolo ha molteplici facce, è stato l'angelo più bello e forse tra un sospiro e un altro, tramite le buone azioni della gente, può mutare ancora forma, divenendo ciò che è sempre stato.
Fuoco e fiamme di un Giugno che sa di Giunio. Che appare poesia, rossa di sangue di vita.
L'incanto della morte e della paura, un incedere di incendio che è sorriso e mare. Spalle ustionate e perciò ancora quel sentore di calura, e poi avventarsi su Giunio per capire e credere nel valore della vita.
E Paola...
Che si deve quasi rincorrere, che si attraversa come un ponte che mette in soggezione, lacera e mette addosso i brividi.
Una storia dentro tante storie, gotica forse, fiabesca e poetica sicuramente. Un romanzo atipico e amaro, ma di fuoco dolce che ha sapore di paradiso e non proprio di inferno.
Uno sguardo sul passato, un altro sul purgatorio.
E l'amore non ha fine.
Questa è la sola verità.
L'autrice scrive benissimo, i temi toccanti sono stati trattati con delicatezza e molta maturità. C'è davvero molto brivido in Giunio e in questa storia, come quando ci si scotta al mare e poi ci si fa una doccia veloce con l'acqua fredda.
Amore, passione, acqua di vita.
Ma specialmente ossessione d'amore in poesia.
Una storia che lascia davvero il segno. Un marchio di fuoco sulla pelle delicatissima.
Un inferno scostante, che fa male per poi trovare la redenzione.
E non serve trovare una spiegazione in ciò che è davvero Giunio, no, perché Giunio è tutto ciò che non si può comprendere, non si può capire la bellezza degli esseri supremi...
Marzo e Giugno possono convivere, in ogni caso...
Voto del romanzo in stelline: 5
Auguri per tutti i tuoi successi, Giulia, hai un talento innato.
Grazie ancora di tutto ♥︎
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