Recensione della raccolta di racconti scritta da SILVIA ARGENTO intitolata DIPINTI- BREVI STORIE DI FRAGILITÀ
Ringrazio l'autrice per la copia digitale dell'opera.
Recensione:
Opere d'arte in collisione. In arrivo. Alcune in detonazione, altre in attesa di una nuova vita, di speranza pura.
Così definirei questi racconti così sapientemente narrati. Pregni di dolce attesa del divenire adulti, ma al contempo già maturi, saggi ed estroversi, eclettici. Dipinti in specchi d'autore, magici e corposi racconti, storie che uniscono soavemente ma in modo tosto e mai impacciato vita e morte, arte e disegno, sollecitudine ad un estro che quasi butta giù le maschere della vergogna, della finzione, del teatro pirandelliano della vita, in cui vi è sempre un volto sorridente e uno calato giù come un sipario.
Vi è molta psicologia, filosofia e arte del saper vivere e morire in queste storie appassionanti legate da un sottile fil rouge. Quel filo della memoria che richiama e pone in risalto tutto ciò che non mi era capitato ancora di leggere in un libro.
Un libro che rispecchia un mondo interiore ed esteriore che vale la pena assaggiare, mordere e a volte squarciare come se fosse una tela trafugata e deturpata, violentata nel suo intimo affetto.
È il coraggio, il sapere che oltre la depressione c'è tutto un mondo nuovo, una vita nova in dolce stile.
Ma è ancor di più quella malizia d'oltretomba del demone della bellezza che rispolvera i concetti chiave del mondo di Oscar Wilde, caro all'autrice quanto il pittore Edward Munch.
È la bellezza contro la prigionia della maschera, è un patto con se stessi, affinché quel volto tanto bello di Dorian Gray non svanisca mai... ma quanto può durare una vita? E l'arte invece?
Silvia Argento ci dona delle perle di saggezza in musica, in parole, in gesti delicati, talvolta anche orientali.
Ma il corpo del testo, la dottrina, potremmo quasi azzardare il dogma è unico nella sua fattispecie: arte non più messa da parte, non più 'art for art's sake'.
Non più arte fine a se stessa ma arte che esce da se stessa e in mille pezzi si schianta su tutto, come se i corvi di Van Gogh si appollaiassero sulla spalla di un ragazzo depresso oppure sul Busto di Pallade de IL CORVO, la poesia celebre del maestro Edgar Allan Poe.
Arte non solo donna, ma anche uomo giovane, femmina, maschio e bambina. Arte viva, arte che però si armonizza con la tristezza della morte, della caduta quasi.
Caduta che viene interiorizzata, psicanalizzata. È come Dio che non fallisce mai, ma i suoi angeli caduti sì. I suoi angeli che lo hanno respinto per sempre e per questo sono stati gettati nel fuoco eterno. Dannati.
Non è fuorviante, è artistico. È necessario affinché il corso dell'opera e della vita vedano la luce.
Perché Dio è arte, è racconto. Dio non ha maschere.
E dove c'è la tenebra dell'incoscienza quasi romantica, Dio accende le sue candele.
Io sono sinceramente stupita dalla straordinaria bellezza di questi racconti permeati da una sostanza perlacea d'amore e cultura quasi divine come il nome di una delle protagoniste di una storia: Delia.
Non vi è un solo racconto noioso, sono infatti tutti concepiti con assoluta maestria, non vi è mai solo sofferenza e questo mi è piaciuto molto perché vi è un binomio arricchimento morale - culturale, davvero impressionante.
La scioltezza e la sicurezza dello stile, uniti ad una lettura veloce ma attenta, fanno di questi racconti dei veri e propri gioielli letterari.
Non vi sono tracce di refusi e la prefazione e la post-fazione a cura di due figure femminili molto interessanti di cui la prima conosco abbastanza bene e di cui ho letto un romanzo ambientato in Sardegna che ho poi recensito, mi ha dato la soluzione al testo, a ciò di cui mi ero già innamorata leggendo la sinossi e vedendo in seguito la copertina.
La soluzione sta nell'animo dell'autrice, che come unica ape di un giardino immenso come l'Eden, non smette mai di cercare i suoi fiori preferiti, le sue opere d'arte, forgiandole a mò di racconto, facendo esplodere il meglio di sé.
In modo che quei fiori diventino lo stupore di tutti, le rose che potremmo coltivare anche in inverno.
Non vi è stagione per l'arte, così come per la vita.
Sono rimasta senza parole e non è stato facile recensire questo libro, perché quando si tratta di storie particolari ci si sente sempre molto piccoli, è un po' come forografare la Tour Eiffel dal basso.
O come osservare la Gioconda oppure l'Urlo di Munch senza sentirsi inferiori rispetto all'artista.
Io credo fermamente che l'arte e la scrittura possano salvare il mondo dall'inettitudine figlia dell'ignoranza e credo anche che Silvia Argento possa fare grandi cose nella vita, oltre a ciò che ha già fatto di bello.
Penso davvero che il suo modo di scrivere mai altezzoso e la sua dolce umiltà siano encomiabili sotto tutti i punti di vista, come la sua immensa cultura.
Spero di leggere ancora tanti suoi libri!
Opere d'arte in collisione.
Opere come stelle.
Perché forse anche a Nietzsche piacerebbe questo libro, proprio lui che con il caos ci avrebbe oggi stesso fatto partorire una stella danzante.
Voto del libro in stelline: 5
Ringraziando ancora Silvia, le auguro il meglio dalla vita e che tutti i suoi sogni possano realizzarsi, con tutto il ♥︎
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