Recensione silloge di poesie intitolata - PICCOLE SPINE ( POESIE ILLUSTRATE DA SARA MORENA) dell'autrice GIULIA PANNOX
Questi versi gridano di non perdere mai la curiosità, la voglia e la forza di inseguire le nostre passioni e le nostre ambizioni, nonostante il dolore, i fallimenti, le amarezze.
Le illustrazioni, dal tratto semplice e lineare, danno vita alle parole e trasportano il lettore dentro la poesia per immedesimarsi e vivere tante storie e sensazioni diverse.
Un libro breve, ma carico di emozioni in cui tutti noi possiamo riconoscerci.
Noi, che un po’ ammaccati e crucciati, cerchiamo di far spazio ai nostri sogni, tra inquietudini, fragilità e paure.
Noi che, anche avvolti dalle spine di mille momenti difficili, cerchiamo sempre una speranza per andare avanti.
Ho letto questa piccola silloge poetica con le sue bellissime illustrazioni, in poco tempo, non perché non meritasse la giusta attenzione no, piuttosto perché i testi ( talvolta brevi, talvolta lunghi) erano di una semplicità incredibile, ma anche di una bellezza rara, di una sensibilità che trascende qualsiasi cosa.
Leggere le poesie di Giulia è entrare in un universo di musicalità quasi concepita con delizia, con amore, con catarsi.
E' catartico il modo in cui con cura massima, estrema, analizza le scene in rima baciata ma prendendosi le sue licenze poetiche a volte anche giustamente e volutamente scaltre, quasi incorrette ma incorruttibili.
Le spine di ogni cuore, le spine che vanno a invocare lo spirito della bontà, come se da una grande rosa, le piccole spine piene di disegni assolutamente fantastici ( complimenti sia all'autrice che all'illustratrice infatti ) cerchino di bucare, sfondare l'oblio, l'occhio del ciclone, dove il BLU o L'ECLISSI, oppure il SOLE, nascono o muoiono ma rinascono come dolce ma inquieta fenice.
E' da questa cenere che risorge la poesia, così intimista, minimalista e desertica, sì, esotica a volte seppur allo stesso tempo così tanto vicina a noi.
E L'ALBA si raggiunge con un pugno sottile, con una fragile canzone di Battiato forse, ma al contempo è il mondo stesso a giungere ad un conflitto interiore ed esteriore, ed estrae il bene dal male, estrae quel veleno dal fiore benedetto... capta la solitudine di una spina, la raccoglie e poi la mano sanguina ma l'occhio e la bocca sorridono d'amore perpetuo e puro.
Amore che è una cassetta musicale con un filo che disegna un cuore, piccolo ma importante.
Piccole spine che come anime fragili e cavalieri erranti, nell'ora imperfetta spogliano il tempo di tutto, ed è lo stesso tempo a trattenere con dolcezza ma caparbietà un'altro tempo, orologio/ orgoglio della vita.
Queste riflessioni sulle poesie di Giulia, così talentuosa e davvero dolcissima ma anche bella tosta, forte, robusta nella sua mente e nella sua penna, sì robusta, come una gigantessa di altri tempi, come una Dea che compone la sua vita in versi stretti, magica... queste riflessioni dicevo, sono l'imprinting alla sua poetica, sono il collaudo alla sua voce interiore, alla sua meraviglia che mi auguro non sfiorisca MAI e poi MAI.
Ogni poesia, ogni piccolo disegno, ogni intervallo, ma che scorre come un fiume in piena, è un allegro circo dell'anima, dove gli spettatori siamo noi lettori, sconvolti in positivo dalle parole dell'autrice.
Non vi è incertezza o insicurezza nelle sue parole, va sempre dritta al punto di origine, ma scavalca ogni ostacolo, come una farfalla che vuole a tutti i costi andare via, e al contrario della farfalla le sue poesie vivono in eterno.
Una collisione di fuochi solitari, di tempi perfetti...
La silloge ha uno stile aperto a tutte le età, ma sono i dettagli che la differenziano da tante altre raccolte di poesie, e in più le figure sia piccole che più grandi che accompagnano queste bellissime parole, hanno quasi la funzione di dover emancipare la donna, di salvaguardarla dal lupo cattivo, dall'uomo-belva che vuole ucciderla.
Una silloge simpatica, commovente, tenera, audace, forte, caparbia e intrinseca di significato.
Una miscellanea di temperamento e sollecitazione verso l'anima che attende la sua redenzione.
Una silloge che d'amore forse non parla ma d'amore consuma tutti le sue arti mistiche, il che è ancora più importante e lodevole.
Giulia è indubbiamente una ragazza empatica, solare, ma anche introversa e malinconica a mio avviso, e sono convinta che scriverà ancora tantissime poesie stupende, come faceva da piccola per la nonna e come tutt'ora sta facendo per fortuna nostra e sua! La sua anima è come un grande sogno reale, vive di realtà ma tenendo i piedi su una nuvola rock.
I rapporti interpersonali, la nipotina che abbraccia la nonna... si evince tutta la bontà di questa ragazza che con un cuore grande e immenso vuole offrirci su un piatto d'argento la possibilità di essere persone migliori, sì perché il poeta deve e può cambiare il mondo.
Vorrei concludere lasciando a Giulia e a tutti i lettori queste due frasi bellissime a mio parere sulla rosa e sulle spine:
Leggiamole insieme:
Chi non osa afferrare la spina non dovrebbe mai desiderare la rosa.
(Anne Brontë)(Antoine de Saint-Exupéry)
VOTO DEL LIBRO IN STELLINE: 5
AUGURO ALL'AUTRICE E ALL'ILLUSTRATRICE TANTISSIMO SUCCESSO ANCORA E CHE OGNI LORO SOGNO DIVENTI SEMPRE REALE, IN CHIAVE ROCK ♥
VI AUGURO DAVVERO IL MEGLIO, E GRAZIE PER QUESTO VOSTRO CAPOLAVORO.
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