Review party romanzo OLTRE LA RAPINA di Manuel Sgarella / recensione
Il romanzo di Manuel Sgarella è avvincente, lascia letteralmente con il fiato sospeso.
I personaggi sono veloci, non esauriscono mai la forza di volontà o la grinta e vi è sempre quel dualismo poliziesco/ politico da film, da quei classici cult anni '80.
Sembra una pazza corsa in macchina, a fari accesi, in piena notte. Ecco perché forse il titolo è proprio 'OLTRE LA RAPINA' perché si denota un senso dell'umorismo nero ( talvolta) congegnato in maniera da accapponare la pelle.
Il Celerino, il Cieco ALIAS Luca ovvero il protagonista di altri libri di Manuel Sgarella e personaggio di grande spicco in questo volume di grande spessore, Daisy, Eva, ( sì perché in questo marasma di nomi che vengono spesso ripetuti fino a inculcare nel lettore il desiderio di vederli in faccia!) vi è il posto anche per le figure femminili.
Il sesso, quella sottile line a di demarcazione che è tra l'hard e l'eros pregna molte pagine del libro, volutamente, senza però essere troppo volgare. Ammetto però che consiglio la lettura ad un pubblico adulto, sopra i diciotto anni.
Il linguaggio è scortese, ci sono molte imprecazioni, ma è proprio azzeccato. Lo stile è buono, peccato per i vari refusi presenti nel testo, che non rovinano il libro ma lasciano un po' l'amaro in bocca.
Mi ha colpito invece l'elemento tempo che viene analizzato dall'oggetto - orologio di Vincenzo. E poi la neve, che sopratutto nella seconda parte, dal decimo capitolo circa in poi è spesso presente, come se volesse narrare le scene.
Sono rimasta piacevolmente colpita dall'estasi in cui ci trasporta l'autore. Non credevo che un libro di questo genere 'CRIME' potesse avere dei risvolti così passionali e che andassero 'OLTRE' ogni aggettivo, oltre tutto, per davvero.
Un romanzo ben strutturato in cui il romanziere gioca come se noi fossimo i topi e lui fosse il gatto, in un escamotage che lascia sempre spazio all'immaginazione.
Non è semplice segmentare in vari frammenti come se fosse l'autopsia di un mestiere chirurgico e ben minuzioso, un volume che si incastra perfettamente in vari generi, in una pluralità sia tematica che linguistica, spesso contorta e altre volte anche machiavellica.
Io credo che il libro lo consiglierei specialmente agli amanti di John Grisham, ma anche a tutti coloro che hanno quel sospetto nel cuore, quell'analisi profonda che è anche insita in Stephen King, comunque in grandissimi autori della nostra epoca.
Manuel Sgarella avvicina il suo lavoro sopraffino a quello degli autori di maggior spessore, ma senza copiare, magari emulandoli involontariamente grazie ale letture da lui fatte nel corso degli anni, però il tutto è sempre fatto con dedizione, con umiltà, ed è davvero encomiabile.
I presidenti americani, che sembrano improvvisamente ma con astuzia ritrovarsi in Italia ( non vi spiegherò COME, dovrete scoprirlo VOI) sembrano delle MASCHERE, appaiono e scompaiono celermente, in un contesto d'agitazione e action davvero invidiabili.
I dettagli, curati alla perfezione, sono strutturati come l'interno di un orologio da taschino antico, di quelli ottocenteschi. Anche se non si parla propriamente di leggi politiche e di avvocati, infatti il tema non è affatto tedioso nel romanzo, sembra di immergersi in un tribunale, ma anche al di fuori, dove la vita scorre priva di sostanza, perché se la sostanza nel romanzo c'è eccome, a volte nel mondo questa joie de vivre sembra scomparire, sobbarcata da milioni o miliardi di preoccupazioni.
Il buio della copertina, con quel rosso accecante sembra un po' come la notte che non riesce a calare perché il tramonto la fa da padrona, come una rapina a mano armata: una pistola può anche impazzire di COLPO come i personaggi di un libro avvincente, e avere le tenebre nel cuore.
Il voto che mi sento di dare al romanzo, per una serie di motivi di cui ho parlato sopra, quindi nella recensione è: 4 stelline.
P.S: Avrei volentieri dato il massimo, ovvero 5 stelline, ma gli errori erano evidenti e nonostante non fossero in tutto il libro, erano piuttosto diffusi.

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