Recensione silloge poetica
Ringrazio l'autrice per avermi dato l'opportunità di leggere le sue poesie. Potrei definire questa silloge un dolce ed estremo incanto. Vi è la fugace impazienza della velocità, della fuga, del contorcersi con la natura. La donna e l'uomo riescono a vivere in stretto contatto con l'essere puro, la Madre Terra che non viene danneggiata ma bensì elogiata. Il laccio alla gola,il sangue,la disarmonia che si unisce al richiamo armonico del mondo rende la silloge poetica affascinante e forte nelle sue rime ben congegnate. Le metafore varie e le similitudini ma anche le volute ripetizioni insistono sul peccato dell'uomo ma anche sull'eterna beatitudine nel trovare l'angelo perfetto e SFUGGIRE a quell'Inferno che avrebbe teso volentieri le braccia per sempre. Il candore dell'impegno stilistico e la magia degli enjambment riescono a stupire il lettore che si pone di fronte al quesito: Dove andremo dopo la vita? Oppure: L'amore è sempre eterno oppure è meglio giocare ad amare piuttosto che ferirsi in questo tragico modo? L'autrice ci propone diverse poesie molto distanti l'una dall'altra ma che allo stesso tempo si accomunano per il linguaggio dolce ma arguto e potente. Ho notato solo pochissimi errori gravi, ma che non rovinano l'essenza della poetica ma consiglio all'autrice come crescita letteraria di non rifarli... Nel complesso ho apprezzato moltissimo la sua tecnica e le tematiche che vengono prese in considerazione. Un riflusso di idee, un'energia che si legge e si assapora tutta d'un fiato senza limiti di età ma che consiglio maggiormente agli adulti per la vena un po' tragica e triste talvolta. Poesie che scaldano l'anima e che richiamano in noi il tempo passato presente e un futuro migliore. La silloge è angelica, e a mio parere è come un fiore caduto che ha bisogno della rugiada per continuare a vivere... Un fiore che in versi si avvicina ai nostri cuori sanguinanti che non aspettano altro di essere ricuciti.
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