Recensione della raccolta di racconti Vendere un cuore al mercato nero e altri racconti di Elisa Fumis. Recensione: Raccapriccio emotivo. Ecco cosa si prova nel leggere questi piccoli ma grandi racconti. Il lavoro onirico, mentale, sufficiente a sormontare cuori e spiazzare anime anche tormentate. Ho amato e divorato questo piccolo libro in poche ore e ringrazio il cielo per averlo vinto in un giveaway tempo fa. I sogni si rincorrono vividamente, sparpagliati ma uniti da un luogo comune: la forza dell'amore e della tempra. Come una tavolozza di colori scuri, i racconti viaggiano su un tram indefinibile... il tram o il pullman delle cose indecifrabili. Emozioni immense, risultati chiari in uno stile vivo e fluente che ci porta anche in Giappone, catapultandoci dall'altra parte del mondo senza chiederci un minuto di tregua. Perché bisogna salvare le anime, bisogna scavare in fondo alla lucentezza del sogno che un po' fa paura e un po' incuriosisce. Mi ha ricordato molto Stephen King nello stile e nelle scene del ristorante ma anche nella mentalità dei personaggi. Brividi, piedi tenuti sopra le coperte per paura dei mostri che stanno sotto il letto. Non è una raccolta che si può definire in un genere solo. Non è soltanto horror, è prima di tutto catartica e affascinante nella sua intensità e meriterebbe molto più successo! Certe persone si fissano con alcuni libri e scartano opere come questa non sapendo ciò che si perdono. Peggio per loro! Se dopo averlo letto avrete ancora la sensazione del raccapriccio emotivo allora secondo me significa che avete letto il libro con la giusta intelligenza e non perché lo dico io ma perché è l'essenza dell'autrice che si eclissa nel quadro d'insieme ma è anche presente con la sua verve intima ma fuggiasca. Un vedo non vedo letterario che trema a suon di colpi di cannone, come un'antica lampada che quando si spegne lascia ancora dietro di sé stralci di lume. Il sonno della ragione genera mostri diceva Goya e io qui vedo dei mostri generati per far comprendere che la bellezza può nascondersi anche in un insetto che tanti potrebbero schivare ma che visto proprio in quel buio del sonno splende e si illumina come un sole, come un'ossimoro gigantesco dell'anima. Anima in perenne afflizione, anima che poi torna a casa.

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